19/02/2022
Catechesi N. 405
A - Solo di San Giovanni Battista la Chiesa festeggia la data di nascita (24 giugno) e quella della sua morte (29 agosto). Questa è la giustizia di Dio, dare di più a chi molto ha meritato.
B - La richiesta di guarigione fatta dal lebbroso a Gesù è molto bella, poche parole che rivelano una grande Fede: “Gesù, se Tu vuoi puoi sanarmi”. Sono le parole di chi riconosce in Gesù l’Onnipotenza di Dio ….. Se Tu vuoi ….. puoi!
C - In questo brano del Vangelo Gesù pronuncia parole severissime: “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”. Egli si riferiva al popolo di Israele che non avrebbe riconosciuto in Lui il messia atteso, anzi lo avrebbe condannato e ucciso.
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione
Domenica 20 Febbraio ore 16 Santa Messa di Guarigione
Sabato 19 e Domenica 20 Marzo sarò in Abruzzo in Provincia di Pescara a Cepagatti presso la Parrocchia Santa Lucia Martire. Quando sarà pronto il programma metterò gli orari degli incontri. Uniti in preghiera
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+VANGELO (Lc 1,57-66.80)
Giovanni è il suo nome.
A - Solo di San Giovanni Battista la Chiesa festeggia la data di nascita (24 giugno) e quella della sua morte (29 agosto). Questa è la giustizia di Dio, dare di più a chi molto ha meritato.
Questo grandissimo Profeta chiude cronologicamente l'Antico Testamento, con Lui termina la preparazione alla venuta del Messia.
La vita di Giovanni ha avuto un programma ascetico quasi impossibile da imitare, fu una vita di austerità e di penitenze rigidissime, impensabile per gli uomini di oggi tanto immersi nelle comodità e nei piaceri mondani.
Leggendo alcuni passi del Vangelo riguardanti la vita di questo Santo, si resta sbalorditi e increduli per il tenore di vita che ha condotto; viveva infatti in zone deserte, vestito di peli di cammello, nutrendosi solo di locuste e miele selvatico.
Le penitenze di questo gigante di santità non devono assolutamente essere considerate delle esagerazioni; lui ha espresso in questo modo il suo ardentissimo amore a Gesù. L’amore era proporzionato alle sue penitenze e alla sua dedizione alla causa di Gesù. Egli visse nel nascondimento e nella altissima contemplazione, come risultato divenne il più grande tra i nati di donna.
«Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via davanti a te.
Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni"» (Lc 7,24-28). Ciò che mi ha sempre colpito di questo grandissimo Santo è la sua straordinaria umiltà. Egli visse unicamente in funzione di Gesù, dimenticando completamente se stesso e quando appare la Luce di Cristo, Giovanni indica ai suoi discepoli di seguire senza esitare il Messia atteso. Infatti riferendosi a Gesù, userà questa bellissima espressione: “….. Ora questa mia gioia è compiuta … Egli deve crescere ….. Io invece diminuire”. Giovanni sa che il suo tempo è concluso, sa che il suo unico compito era quello di preparare la strada a Gesù, non cerca onori, applausi, riconoscimenti. Terminato questo suo compito “si ecclissa”, senza rimpianti, senza ripensamenti, ma colmo di gioia perché ha compiuto la sua missione.
Gli resterà un’ultima cosa, come coronamento di una vita vissuta per Amore, quella di affrontare il martirio, testimoniando così con il dono supremo della vita il suo totale Amore per Cristo! Grande Giovanni!!! Prega per noi, così orgogliosi e superbi, così aggrappati al nostro io, sempre desiderosi di emergere, di primeggiare, senza mai riflettere che l’unica cosa che conta nella vita è quella di essere grandi agli occhi di Dio, e per far ciò è indispensabile sapersi rinnegare, sapersi dimenticare, mettendosi sempre all’ultimo posto! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 8,1-4)
Signore, se Tu vuoi puoi sanarmi.
B - La richiesta di guarigione fatta dal lebbroso a Gesù è molto bella, poche parole che rivelano una grande Fede: “Gesù, se Tu vuoi puoi sanarmi”. Sono le parole di chi riconosce in Gesù l’Onnipotenza di Dio ….. Se Tu vuoi ….. puoi!
Tutto infatti è possibile a Dio se la richiesta fattagli rientra nel suo piano d’amore e quindi nella sua Volontà. Il lebbroso ha dimostrato anche molto coraggio perché coloro che avevano contratto questa malattia, erano ritenuti impuri e quindi obbligati a vivere lontano dalla città. Gli Ebrei infatti consideravano questa malattia come un castigo divino meritato per le proprie colpe e quindi i lebbrosi dovevano essere isolati da tutti e non meritavano nessuna compassione e amore. Il lebbroso del Vangelo comprende che Gesù era la sua unica salvezza e subito, appena ne ha la possibilità gli va incontro e si prostra dinanzi a Lui. Gesù lo guardò certamente con infinito Amore perché il suo Cuore compassionevole era desideroso di riversarsi su chiunque accorreva a Lui per chiedergli aiuto. Gesù stese subito la mano e lo toccò: “Lo voglio sii sanato”.
Il lebbroso guarì all’istante! È un miracolo davvero straordinario quello della guarigione dalla lebbra, perché questa malattia corrode la carne e rende deforme la persona. Solo Dio può restituire all’istante l’integrità di un corpo corroso dalla lebbra.
Ogni persona patisce una forte umiliazione quando si trova in uno stato di sofferenza, soprattutto quando viene colpita dalla malattia. È proprio in questo doloroso evento che conosce la sua fragilità, la transitorietà della vita, la vanità di tutte le cose superflue, credute fino ad allora indispensabili. È questo il momento di rientrare in se stessi e di vedere le cose sotto un'altra prospettiva, è il momento di ritornare a Dio e di riscoprire il suo Amore.
Andiamo da Lui, come fece il lebbroso, con grande umiltà e fede. Queste due caratteristiche sono indispensabili per ottenere qualsiasi Grazia.
Ricordiamoci sempre però che c’è una lebbra ancor più pericolosa di quella fisica, è la lebbra spirituale del peccato che deturpa la bellezza e lo splendore della nostra anima e conduce alla perdizione eterna. In questo caso occorre al più presto ricorrere al Sacramento della Confessione per riacquistare la Grazia perduta, nessun bene infatti è paragonabile all’unione della nostra anima con Dio! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 8,5-17)
“I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”.
C - In questo brano del Vangelo Gesù pronuncia parole severissime: “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”. Egli si riferiva al popolo di Israele che non avrebbe riconosciuto in Lui il messia atteso, anzi lo avrebbe condannato e ucciso. Gesù però fa riferimento anche a tutti quei cristiani che lungo i secoli avrebbero rinnegato Dio, soprattutto coloro che, avendo assunto grandi responsabilità nella Chiesa, sarebbero poi diventati i traditori di Cristo.
Dalle parole di Gesù emergono due grandi verità. La prima è che non basta essere cristiani per essere certi della Salvezza eterna. Se uno ha ricevuto infatti il Battesimo e i Sacramenti, ma non ascolta la Parola di Dio e vive esclusivamente in funzione del suo egoismo e dei piaceri mondani non può pretendere di ottenere la salvezza. Ovviamente è opportuno fare una grande distinzione fra i credenti che sbagliano per debolezza e quelli che invece amano il peccato e vivono ostinatamente nella corruzione.
Dio sa riconoscere perfettamente nell’uomo la cattiva volontà e la debolezza, la ricerca ostinata del peccato o lo smarrimento dinanzi all’occasione di peccare.
La seconda Verità è che l’inferno esiste. Qui Gesù parla chiaramente di un luogo di tenebre dove vi sarà pianto e stridori di denti. Oggi l’inferno è una realtà che viene quasi del tutto ignorata e proprio per questo il rischio di cadere in questo luogo di dannazione è veramente grande.
Santa Veronica Giuliani, francescana e grande mistica stimmatizzata, nata nel 1660 e morta nel 1727, è stata una testimone validissima dell’esistenza dell’inferno ed è bene meditare su questo luogo di dannazione per cercare con ogni mezzo di evitarlo. Sappiamo che Gesù è misericordioso, ma cosa può fare quando un peccatore sceglie volontariamente l’inferno per la vita peccaminosa che conduce?
Gesù rispetta sempre fino in fondo la libertà umana.
Santa Veronica Giuliani ebbe più volte visioni dell’inferno. Esse sono una conferma di tutti gli insegnamenti contenuti nella Sacra scrittura. Leggendo il suo Diario bisogna senza dubbio tener conto del simbolismo che fa uso di immagini materiali per rappresentare supplizi spirituali, di cui altrimenti non potremmo farci una benché minima idea. Bisogna sottolineare però che l’anima è in grado di patire i tormenti come se avesse ancora il corpo.
È indubbio che vi sono dei dannati che soffrono meno di quelli di cui ella vide le orribili tor¬ture; può anche darsi che il castigo, pur essendo eterno, non abbia sempre il medesimo grado d’acutezza. Gesù nel Vangelo parla di un fuoco eterno e che la sciagura della dannazione oltrepassa tutto quello che noi possiamo immaginare.
Il 14 febbraio 1694, ella vide l’inferno aperto; vi cadevano molte anime ch’erano così turpi e così nere ch’era uno spavento a vederle.
Si precipitavano una dietro all’altra e scomparivano tra le fiamme. Dal mezzo del fuoco che le inghiottiva si sollevavano dei pugnali, dei rasoi e degli strumenti di supplizio di ogni sorta che poi ricadevano con tutto il loro peso per schiacciare quei miseri. La Santa chiese al Signore se fra le anime ch’ella aveva veduto cadere si trovasse qualche Religioso o Religiosa.
Il Signore le fece conoscere che molte anime Religiose avevano meritato l’inferno perché non avevano mantenuto i voti promessi riguardanti la loro regola.
Il 4 luglio, l’inferno le parve così vasto che tutto il mondo, dice ella, non sarebbe nulla al confronto. Vide una ruota -come una macina- di grandezza smisurata, che ad ogn’istante cadeva sui dan¬nati, poi si sollevava per ricadere ancora.
Il 27 gennaio 1716, la Madonna, comparendo a Santa Veronica, chiamò i due Angeli che la servivano da custodi e loro ordinò di condurla in spirito all’inferno; Ella la benedì e le disse: “Figlia mia, non temere, Io sarò con te e t’aiuterò”.
“Ad un tratto -racconta la Santa-, mi trovai in un luogo oscuro, profondo e fetente, udii ogni sorta di voci confuse e spaventose e grandi rombi di tuono che riempivano di terrore. Vidi lampi e fumo molto denso.
Scorsi una gran montagna tutta coperta di serpenti, di vipere e di basilischi fra loro attorcigliati in numero incalcolabile. Udendo uscire di sotto a loro delle maledizioni e voci orrende, chiesi ai miei Angeli che voci fossero quelle, ed essi mi risposero che lì si trovavano molte anime nei tormenti. Infatti quella gran montagna ad un tratto s’aprì ed io la vidi tutta ripiena d’anime e di demoni.
Quelle anime erano tutte avvinghiate insieme, per modo che formavano una sola massa; i demoni le tenevano così legate a se stessi con catene di fuoco; ogni anima aveva parecchi demoni attorno a sé. Vidi altre montagne ove si praticavano dei tormenti più crudeli, ma mi è impossibile descriverli.
Al centro di tal soggiorno infernale si erge un trono altissimo; in mezzo a quel trono vi è un seggio formato dei demoni che sono i capi e i principi. Là siede Lucifero, spaventoso, orribile. O Dio che figura orrenda; sorpassa in orrore tutti gli altri demoni. Sembra avere una testa formata di cento teste e piena di lance, a capo di ciascuna delle quali vi è come un occhio che proietta frecce infiammate che infiammano tutto l’inferno.
Benché il numero dei demoni e dei dannati sia incalcolabile, tutti hanno quella testa orribile e ricevono tormenti sopra tormenti da quello stesso Lucifero. Esso li vede tutti e tutti lo vedono. Qui i miei Angeli mi fecero comprendere che, come in Cielo la vista di Dio rende beati tutti gli eletti, così nell’inferno l’orribile figura di Lucifero, orrendo mostro infernale, è un tormento per tutti i dannati.
La loro maggior pena è l’aver perduto Iddio. Questa pena Lucifero la sente per il primo, e tutti vi partecipano. Egli bestemmia, e tutti bestemmiano; maledice e tutti maledicono; soffre ed è torturato, e tutti soffrono e sono torturati.
In quel momento i miei Angeli mi fecero osservare il cuscino ch’era sul seggio di Lucifero e su cui stava seduto; era l’anima di Giuda.
Sotto i piedi di Lucifero vi era un cuscino molto grande, tutto lacero e coperto di segni; mi si fece capire ch’erano anime di Religiosi.
Allora il trono fu aperto e, in mezzo ai demoni che stavano sotto il seggio, vidi un gran numero d’anime.
Chi sono queste? domandai ai miei Angeli; ed essi mi risposero ch’erano dei Prelati, dei dignitari della Chiesa, dei Superiori d’anime Consacrate a Dio.
Io credo che se non fossi stata accompagnata dai miei Angeli ed anche, come penso, invisibilmente fortificata dalla mia buona Madre, io sarei morta di spavento. Tutto ciò ch’io ne dico non è nulla e tutto ciò che udii dire dai predicatori non è nulla in paragone di quello ch’io vidi”.
Questa lettura ci deve fare meditare profondamente. Noi cristiani di questo tempo, così distratti e superficiali, così poco innamorati delle realtà soprannaturali, così tiepidi e mondani, con lo sguardo sempre fisso su ciò che è terreno, dobbiamo scuoterci dal torpore in cui siamo precipitati perché, come ho detto più volte, il nostro destino eterno lo costruiamo giorno dopo giorno, con le scelte che facciamo. È facile, molto facile, intraprendere la strada in discesa, assai più piacevole che quella in salita che conduce al Cielo! Ma la strada in discesa potrebbe poi farci scivolare rovinosamente, con il rischio di non riuscire più a frenare la caduta verso il precipizio della dannazione eterna. Preghiamo ogni giorno la Vergine Santa che ci liberi da questo pericolo, il più terribile che possa esistere!!! Buona preghiera a tutti.