12/02/2022
Catechesi N. 404
A - Nelle Catechesi esprimo sempre una grande sofferenza per la profonda crisi che sta vivendo la Chiesa: l’allontanamento da Gesù anche da parte di tanti suoi Prelati, l’immoralità dilagante, il mondo che rifiuta Dio, i giovani senza identità, le coppie di sposi che non si amano più.
B - Il Vangelo di oggi è tutto incentrato sull’esortazione di Gesù a non giudicare il nostro prossimo. Questa è una pessima abitudine che abbiamo tutti, chi più, chi meno, un’abitudine che si può trasformare in peccato a secondo della gravità del giudizio.
C - Gesù nel capitolo 7° del Vangelo di Matteo, da alcune brevi esortazioni, ne esamineremo alcune.
La prima è la seguente: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
D - La vibrante e appassionata Omelia di Sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano che ha commosso il cuore di tutti i presenti.
Il velo del tempio si squarciò … i sepolcri si aprirono.
Esequie di don Simone Vassalli (1982-2022) CELEBRAZIONE EUCARISTICA – OMELIA.
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione
Domenica 20 Febbraio ore 16 Santa Messa di Guarigione
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+VANGELO (Mc 7,31-37)
fa udire i sordi e parlare i muti.
A - Nelle Catechesi esprimo sempre una grande sofferenza per la profonda crisi che sta vivendo la Chiesa: l’allontanamento da Gesù anche da parte di tanti suoi Prelati, l’immoralità dilagante, il mondo che rifiuta Dio, i giovani senza identità, le coppie di sposi che non si amano più. Penso a questo e ad altro e prego per tutti, principalmente per tutti voi Associati che leggete queste Catechesi.
Prego con grande interesse, prego con la mia stessa vita, ho compreso profondamente la potenza della preghiera che cosa si ottiene e cosa può cambiare in meglio quando ci rivolgiamo con fiducia e umiltà a Gesù.
Non posso fare a meno di ricordare ogni giorno tutti voi nelle mie preghiere, sento come una grande responsabilità la pubblicazione settimanale della Catechesi e desidero con tutto il cuore che Gesù vi doni tutto quello che vi necessita e che la Madonna prenda possesso delle vostre famiglie e ne diventi la Regina.
Il sito della nostra Associazione è visitato da migliaia di persone da tutto il mondo, ed è grande il fervore che scaturisce dalla meditazione al Vangelo della Catechesi; questo mi riempie il cuore di grande gioia e ringrazio Gesù e la Vergine Santa per questo grandissimo apostolato.
Oggi è la ricorrenza della prima apparizione della Madonna a Lourdes, purtroppo tale ricorrenza è ignorata da moltissimi consacrati, infatti non le viene data l’importanza che merita. A Lourdes la Madonna è apparsa per fermare in Francia la crescente diffusione dell’ateismo e per risvegliare la Fede.
La Chiesa stava “soffrendo” per gli attacchi micidiali di molti nemici, l’illuminismo in Francia aveva il suo centro propulsore e questa ideologia laicista lottava principalmente contro il Cristianesimo, e affermava solennemente l’autonomia e la supremazia della ragione, considerata la radice della cultura dei lumi.
La filosofia dell'illuminismo in Francia fu agevolata dai vari Voltaire, Rousseau, Montesquieu, grandi oppositori della Fede cristiana.
La Madonna apparve 18 volte proprio in Francia e la sua venuta risvegliò il fervore spento di milioni di cattolici. La prima apparizione avvenne l’11 febbraio 1858, l’ultima il 16 luglio 1858, mentre il 25 marzo dello stesso anno rivelò alla fanciulla Bernardette la sua identità, più volte richiesta dal parroco per cercare di capire il fenomeno. In quella apparizione la Madonna disse: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Splendida definizione che confermò il Dogma dell’Immacolata proclamato solennemente quattro anni prima da Papa Pio IX esattamente 8 Dicembre 1854. In questo Dogma si sostiene proprio che la Vergine Maria nacque prima del peccato Originale.
A Lourdes la Vergine Santa fece sgorgare l’acqua Miracolosa per la guarigione degli ammalati. Da allora sono numerosissimi i pellegrini che accorrono da ogni parte del mondo per ottenere la guarigione fisica o spirituale. Innumerevoli sono i Miracoli ottenuti qui per intercessione della Madonna.
Lourdes è infatti chiamata “la fabbrica dei miracoli”. Anche se sono solo 70 i miracoli considerati impossibili dalla scienza sappiamo che sono migliaia le Grazie ricevute da tantissime persone. Dal 1858 a Lourdes avvengono di continuo miracoli e grandi conversioni, perché la Madonna ascolta e opera instancabilmente.
Quando ci si reca in pellegrinaggio nei Santuari Mariani, anche quelli vicino casa, si ha un forte risveglio della Fede, ci si sente più vicini a Gesù e alla Madonna e si prega con maggior fervore e più amore. Più ore o giorni si trascorrono in pellegrinaggio e maggiore è la possibilità di ottenere le Grazie che necessitano.
I miracoli riconosciuti a Lourdes come ho detto sono 70, si tratta di interventi divini che sospendono le leggi fisiche e che la scienza considera umanamente impossibili. Per il riconoscimento occorrono determinati requisiti e non tutti quelli che hanno ricevuto grandi miracoli lo rivelano al Comitato medico internazionale di Lourdes, oppure non avevano prescrizioni mediche sullo stato di salute precedente al miracolo e quindi non potevano avviare la causa per il riconoscimento di tale Miracolo.
Leggiamo brevemente come viene riconosciuto un miracolo.
“Il processo di verifica del miracolo comincia con i dottori dell’equipe del Bureau delle constatazioni mediche di Lourdes il quale, se ritiene di aver identificato una guarigione inspiegabile, compila un dossier che passa nelle mani del Comitato medico internazionale di Lourdes, con sede a Parigi.
Se anche questo secondo tribunale scientifico concorda con il Bureau, la pratica passa nella mani dell’arcivescovo della diocesi a cui appartiene il presunto miracolato e viene istituita una Commissione ecclesiastica che discute a lungo se la guarigione sia o meno opera dell’intercessione Divina.
Chi è convinto del mito di Lourdes descrive il complesso meccanismo di questa fabbrica dei miracoli come autorevole e assolutamente a prova di errore: ricevuto il sigillo di autenticità prima da parte dalla scienza, e poi da parte della teologia, non è più lecito dubitare.
A supporto di questa narrativa non guastano le opinioni di ben due premi Nobel per la medicina, Alexis Carrell e Luc Montagnier, entrambi convintisi della realtà dei miracoli di Lourdes”.
Lourdes è famosa anche per i pellegrinaggi dell’Unitalsi, (Unione Nazionale Italiana trasporto ammalati). A Lourdes e nei Santuari internazionali, le Parrocchie, le Associazione e i Gruppi di preghiera organizzano pellegrinaggi dove partecipano numerosi ammalati ed è molto bello e commovente assistere alla processione serale con la benedizione di tutti gli ammalati.
La Madonna a Lourdes rivelò a Santa Bernardette la necessità della penitenza e della recita giornaliera del Santo Rosario. Preghiera e penitenza sono la strada che conduce alla santità. Il desiderio più ardente della Madonna è infatti quello di stringere i suoi figli al suo Cuore Immacolato e di condurli tutti in Paradiso.
Chi osserva queste indicazioni riceve inoltre Grazie particolari, guarigioni fisiche, protezioni e liberazioni dalle negatività e dalle possessioni dei diavoli. Buona preghiera a tutti.
+VANGELO (Mt 7,1-5)
Togli prima la trave dal tuo occhio.
B - Il Vangelo di oggi è tutto incentrato sull’esortazione di Gesù a non giudicare il nostro prossimo. Questa è una pessima abitudine che abbiamo tutti, chi più, chi meno, un’abitudine che si può trasformare in peccato a secondo della gravità del giudizio.
Non tutti i giudizi sono sbagliati, bisogna però sapere interpretare un fatto con equilibrio, saggezza, prudenza, buon senso e discernimento.
Gesù ovviamente si riferisce qui a tutti quei giudizi (e sono la maggior parte) avventati e negativi, dati spesso senza saper valutare con prudenza e carità, per non parlare poi di chi ha come obiettivo quello di puntare sempre il dito sugli altri per screditarli, magari per antipatia, per odio, per invidia, per gelosia o per il gusto di sparlare. Sembra quasi che tante persone si sentono appagate solo quando possono “sputare veleno” sugli altri.
È veramente triste tutto ciò, perché Gesù dice chiaramente che con la misura con cui giudichiamo saremo giudicati anche noi.
Qual è la medicina migliore per guarire dal giudizio? Non guardare gli altri per “etichettarli”, ma preoccuparsi della propria vita, cercando di individuare quali sono i nostri difetti e le nostre mancanze:
"Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?". Se le persone abituate a giudicare considerassero principalmente i loro difetti, non cadrebbero mai nei giudizi avventati.
Dobbiamo impegnarci poi in un serio cammino di conversione per abbattere il nostro orgoglio, la nostra superbia, la nostra presunzione che ci porta a giudicare gli altri, ritenendoci migliori, quando invece le mancanze che commettiamo sono ancor più gravi delle persone che stoltamente giudichiamo: “Ipocrita, togli prima la trave del tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”.
Chi può leggere nel cuore di una persona? Chi può sapere quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a compiere quella determinata azione? Magari se ci fossimo trovati nelle sue stesse condizioni psicologiche o se avessimo avuto i suoi stessi problemi, avremmo fatto ancora peggio.
Se è vero che il peccato è sempre da condannare, è altrettanto vero che non spetta a noi condannare il peccatore! Solo Dio può farlo perché solo Lui ci conosce perfettamente. Impariamo invece a usare misericordia con tutti e a guardare il nostro prossimo con lo stesso sguardo di Dio, uno sguardo pieno di compassione e di amore. Prendiamo l’esempio dai Santi che erano severissimi con se stessi e indulgenti con gli altri. Allora Dio ci sorriderà e la sua Benedizione ci accompagnerà in ogni istante della nostra vita. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 7,6.12-14)
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
C - Gesù nel capitolo 7° del Vangelo di Matteo, da alcune brevi esortazioni, ne esamineremo alcune.
La prima è la seguente: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
Con questi termini (cani e porci) si indicavano allora i pagani che non accettavano o non erano ancora pronti ad accettare la Parola di Dio. Gesù esorta i suoi Discepoli di non predicare il Vangelo a coloro che non erano disposti ad ascoltarli perché avrebbero potuto avere anche una reazione violente anche nei loro confronti.
Il concetto oggi si potrebbe estendere a coloro che avversano fortemente la Chiesa di Cristo è tutto ciò che riguarda il messaggio evangelico. Con queste persone occorre usare un atteggiamento di prudenza; sarebbe inutile dialogare con loro sulle cose di Dio perché finirebbero per disprezzarle o a deriderle.
Ovviamente Gesù non si riferisce ai comuni peccatori perché con costoro abbiamo il dovere sempre di istruirli e illuminarli sulle Verità della Fede.
Resta comunque la raccomandazione di pregare sempre per tutte le anime dei lontani, penserà il Signore poi a toccare con la sua Grazia chi ne ha più bisogno.
La seconda esortazione riguarda la preghiera: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto …..” Gesù ci chiede di essere perseveranti nella preghiera perché se noi che siamo cattivi sappiamo dare cose buone ai nostri figli tanto più il Padre Celeste che è infinito Amore, saprà dare cose buone a tutti coloro che a Lui ricorrono. Vorrei soffermarmi su questa ultima affermazione; Dio concede sempre ciò che è buono, spesso però noi non sappiamo chiedere cose buone, nel senso che non sono per il nostro vero bene. Mi spiego meglio: molte volte noi cerchiamo una Grazia pensando che sia indispensabile, ma Dio, che vede lontano, sa che quella richiesta potrebbe rivelarsi in futuro dannosa per il nostro vero Bene, ossia per la Salvezza eterna della nostra anima e dunque, non la concede! Ricordiamoci sempre che Dio è nostro Padre e ogni sua decisione di concederci, o di negarci una Grazia è dettata da una Sapienza infinita. Abbandoniamoci dunque fra le sue braccia con totale fiducia e tranquillità.
Sempre comunque dobbiamo perseverare nella preghiera perché se Dio non esaudisce una determinata richiesta, concederà sicuramente un'altra Grazia ancor più grande. L’ultima esortazione che prendiamo in considerazione è quella che viene definita la regola d’oro del cristiano: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. La legge del mondo invece è opposta perché insegna a vivere in funzione del proprio egoismo, calpestando o ignorando il nostro prossimo.
La regola d’oro citata da Gesù è il programma di vita di ogni cristiano. Gesù ribadirà ancora lo stesso concetto in un altro passo del Vangelo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Se tutti mettessimo in pratica queste parole l’Amore regnerebbe ovunque e la terra sarebbe un vero Paradiso anticipato. Buona preghiera a tutti.
D - La vibrante e appassionata Omelia di Sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano che ha commosso il cuore di tutti i presenti.
Il velo del tempio si squarciò … i sepolcri si aprirono
Esequie di don Simone Vassalli (1982-2022) CELEBRAZIONE EUCARISTICA – OMELIA
Biassono, 9 febbraio 2022
D - Il velo del tempio si squarciò … i sepolcri si aprirono 1. Morte, io ti maledico! Gesù di nuovo gridò a gran voce. Il grido ultimo, il grido indecifrato, il grido tremendo, il grido che scuote cielo terra, che squarcia il velo, che apre i sepolcri. Il grido che estremo tra cielo e terra pronuncia l’ultima sentenza: Morte, io ti maledico! Morte spietata che non ti lasci fermare da nessuna lacrima, da nessun gemito, da nessuna preghiera, io ti maledico! Morte vigliacca che assali alle spalle quando nessuno ti aspetta, io ti maledico! Morte stentata che quando sei invocata non arrivi mai e tormenti la vita con esasperante lentezza e rubi il respiro di ogni crocifisso a poco a poco, io ti maledico! Morte bugiarda che ti imponi in modo così perentorio da insinuare l’impressione che tu sia mandata da Dio, bugiarda! Io ti maledico, il Padre mio non ti ha mai mandata, non ti ha mai voluta: io ti maledico! Il Padre mi ha mandato perché i suoi figli avessero la vita e non la morte. Morte, tu ci ferisci con ferite che sembrano irrimediabili: io ti maledico! Morte prematura, tu lasci tra noi vuoti che ci sembrano incolmabili: io ti maledico! Morte improvvisa, che non consenti neppure un saluto, un’ultima parola, un’ultima carezza: io ti maledico! 2. Morte, io ti maledico e ti anniento! Il grido estremo di Gesù maledice la morte e colui che della morte ha il potere e ne dichiara la sconfitta. Io ti maledico e dichiaro che è annientato il tuo dominio incontrastato, il tuo regno: viene il Regno del Padre mio, è qui il Regno di Dio, venga il tuo Regno, Padre! Il grido estremo dichiara la sconfitta della morte, apre i sepolcri. Inaugura la speranza invincibile! Secondo la testimonianza del discepolo che Gesù amava il grido ultimo dichiara il compimento della missione di Gesù “è compiuto!”. La morte è annientata, ai 2 figli di Dio è data la vita, la vita eterna, la vita di Dio. I figli di Dio passando attraverso la morte del Figlio entrano nella vita del Figlio: io sono la via, la verità, la vita. 3. Il velo squarciato. La maledizione della morte, la sconfitta della morte, il grido estremo di Gesù: il velo del tempio si squarciò. Così si rivela l’onnipotenza di Dio: la morte maledetta è vinta e l’onnipotenza di Dio si mostra in questo, trae anche dalle tenebre orrende della morte una nuova luce. Il grido che maledice la morte è nuova rivelazione. Lo sguardo di ogni figlio d’uomo può entrare fino nel Santo dei Santi. Non è la morte che diventa rivelazione, ma la maledizione della morte che la costringe a spalancare le tombe, ad abbattere le porte degli inferi. Rivelazione della vita nuova. Così avviene anche per noi che continuiamo a peregrinare sulla terra: possiamo fissare lo sguardo fino al Santo dei Santi, fino nell’insondabile beatificante mistero di Dio. E infatti questo ci è dato: il morire diventa rivelazione. Tutti coloro che hanno conosciuto don Simone ne hanno ricevuto parole sapienti, sorrisi incoraggianti, testimonianza di intensa vita di preghiera. Il suo morire è rivelazione: ciascuno ora capisce meglio quella parola, torna alla memoria con inedita incisività quel momento vissuto insieme, quella prossimità gentile, quella fraternità semplice e intensa. Proprio il suo morire incide più profondamente la sua testimonianza in coloro che l’hanno conosciuto. Il morire diventa rivelazione. Don Simone ha svolto bene il suo ministero, è stato circondato da stima e apprezzamento da tutti coloro che l’hanno incontrato: a Masate, all’Università, in seminario, nelle esperienze della vita, nelle comunità dove ha svolto il suo ministero, particolarmente in questa comunità pastorale di Biassono, Macherio, Sovico. Ma adesso il suo morire dà una risonanza più ampia: anche coloro che non l’hanno incontrato ora, proprio per il suo morire, il suo morire così, ne sentono parlare, forse sono raggiunti da una parola, dal racconto di un amico, da una commozione incomprensibile. Così don Simone, proprio per il suo morire, può forse far giungere un invito, un messaggio di speranza anche a chi non lo ha mai incontrato o gli è passato vicino con indifferenza. Il velo si squarcia e la luce si fa più intensa. Nessuno dica che Dio ha voluto la morte di don Simone, perché Dio maledice la morte e non c’entra nulla con la morte e colui che della morte ha il potere. Tutti, però, lasciamoci 3 scuotere dal grido estremo del Figlio, il Verbo fatto carne, Colui che dona lo Spirito di vita. Il grido estremo è l’ultima rivelazione dell’onnipotenza di Dio: morte, io ti maledico. Morte, io ti anniento! Ti dichiaro sconfitta e mostro la tua sconfitta nel seminare nel morire la nuova definitiva rivelazione. … per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita (Eb 2,14s).