“Non so se si siano inventati queste apparizioni o se abbiano interessi economici; di sicuro, in casi del genere, può esserci lo zampino del demonio. Ma Dio è così grande che sa servirsi anche del maligno per il bene dell'umanità: potrebbero spiegarsi così i benefici che molti sostengono di ricevere a Medjugorje”.

Il quotidiano online "Petrus" pubblica oggi un'intervista con l'ex prefetto per le Cause dei Santi, il cardinale José Saraiva Martins, con oggetto le apparizioni di Medjugorje. Ve la riportiamo integralmente:
Continuano ad animare il dibattito e a suscitare polemiche, dentro e fuori la Chiesa, le presunte apparizioni di Medjugorje. Così, la presenza a Capodanno nella piccola località della Bosnia-Erzegovina del Cardinale Christoph Schonborn, Arcivescovo di Vienna, è stata solo l’ultima occasione in ordine di tempo per verificare la tensione esistente nei luoghi in cui, dall’inizio degli anni ’80, apparirebbe la Madonna a sei veggenti. Il porporato austriaco, infatti, ha celebrato Messa per i fedeli provenienti da tutto il mondo, ma non ha avvisato della sua presenza il Vescovo diocesano, Monsignor Ratko Peric, da sempre (come il suo predecessore) non convinto della veridicità di tali fenomeni, il quale, dal canto suo, ha pubblicamente manifestato il proprio dissenso davanti a quella che ha, evidentemente, considerato un’offesa.

 

Tutto ciò, mentre Papa Benedetto XVI, che ha avuto modo di occuparsi di Medjugorje sin da quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, avrebbe deciso (ma non ci sono ancora conferme ufficiali in proposito) di affidare al Cardinale Camillo Ruini il coordinamento di una Commissione che accerti definitivamente la verità sull’autenticità o meno delle apparizioni nel piccolo paese della ex Jugoslavia. Ma quali sono, dunque, i frutti di Medjugorje? Chi crede ai veggenti, parla di guarigioni miracolose, liberazioni dal maligno, conversioni; è indubbio che in quel luogo si preghi, ci si comunichi e ci si confessi molto. Ma gli ‘scettici’, coloro che non credono alla veridicità delle apparizioni, sottolineano proprio le spaccature all’interno del popolo di Dio tra favorevoli e contrari per dimostrare che si tratta di un inganno. ‘Diavolo’, d’altro canto, significa: ‘Colui che divide’. Dell’intricata vicenda abbiamo discusso con il Cardinale portoghese José Saraiva Martins (nella foto), stretto e fidato collaboratore del Venerabile Giovanni Paolo II prima e del Sommo Pontefice Benedetto XVI poi, Rettore dell’Università ‘Urbaniana’ molto apprezzato da Paolo VI, fine teologo, già Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, amico personale di Suor Lucia dos Santos e grande esperto delle apparizioni mariane (quelle sì ufficialmente riconosciute dalla Chiesa) di Fatima. Eminenza, a Suo avviso, le presunte apparizioni di Medjugorje sono da ritenere vere o false? 
“Non ci sono dubbi: le apparizioni non vanno considerate autentiche fin quando non saranno approvate ufficialmente dalla Chiesa nella persona del Santo Padre”. 
Si dice che la Santa Sede voglia attendere il più possibile prima di esprimersi. 
“Mi sembra il comportamento migliore. La Chiesa fa benissimo ad essere prudente davanti a vicende così delicate che, inevitabilmente, coinvolgono la sensibilità di milioni di fedeli”. Come deve comportarsi il fedele che vuole andare in pellegrinaggio a Medjugorje? 
“Non deve dare per scontato e non deve essere convinto che le apparizioni siano autentiche; deve, quindi, recarsi in quel luogo per pregare ma non per riconoscere con la sua presenza la veridicità di fenomeni la cui approvazione dipende solo ed esclusivamente dalla Chiesa e che, comunque, nulla tolgono e nulla aggiungono alla Rivelazione che si è già compiuta in Cristo”. 
Bastano, intanto, le conversioni per credere in Medjugorje?
 “Assolutamente no, quello delle conversioni, ma anche delle guarigioni, non è un argomento sufficiente per avvalorare la tesi dell’autenticità delle apparizioni. Solo perché in quel luogo ci si converte, non è detto che appaia la Madonna. La conversione è possibile anche in una piccola parrocchia di campagna”. 
Veniamo ai ‘veggenti’. C’è chi li accusa di essersi inventati tutto e di avere degli interessi economici, e chi pensa che in realtà appaia loro il demonio con le sembianze della Madonna per portare divisione, pur a costo di qualche conversione, nella Chiesa. Lei che ne pensa? “Non so se si siano inventati queste apparizioni o se abbiano interessi economici; di sicuro, in casi del genere, può esserci lo zampino del demonio. Ma Dio è così grande che sa servirsi anche del maligno per il bene dell’umanità: potrebbero spiegarsi così i benefici che molti sostengono di ricevere a Medjugorje”. 
Sempre in riferimento ai ‘veggenti’, nessuno di loro, al contrario della stragrande maggioranza degli altri veggenti riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa, ha scelto la vita consacrata. Tra di essi c’è chi ha addirittura sposato una modella americana e vive negli Usa in una mega-villa con piscina. 
“La vita consacrata sarebbe stata una bella testimonianza da parte di queste persone, ma vedo che c’è una grande differenza con Fatima, dove i tre pastorelli scelsero di essere ancora più piccoli e umili di quanto non fossero già per vivere in pienezza il grande dono delle apparizioni”.
 A proposito: i ‘veggenti’ sostengono che quelle di Medjugorje siano la naturale prosecuzione delle apparizioni di Fatima. 
“Io non credo che lo siano. Vedo troppe differenze. Come dicevo prima, i pastorelli di Fatima si fecero umili e scelsero il silenzio, a Medjugorje non so se questo stia avvenendo; Suor Lucia entrò in clausura, a Medjugorje nessuno ha scelto la vita consacrata; la stessa Suor Lucia mise per iscritto i segreti affidatigli dalla Madonna, mentre a Mejdugorje continuano a serbarli per sé. No, non vedo punti in comune tra Fatima e Medjugorje”. Eminenza, in alcune apparizioni, la Vergine chiederebbe ai sei ‘veggenti’ di Medjugorje di non obbedire ai divieti del loro Vescovo diocesano, come, ad esempio, quello di non parlare più pubblicamente delle presunte ‘visioni’. 
“La Madonna non potrebbe in alcun caso essere anti-gerarchica e incitare alla disobbedienza, anche se il Vescovo di Mostar avesse torto. Questo è un altro elemento su cui riflettere”.
 Il Vescovo di Mostar, recentemente, ha manifestato il proprio dispiacere per non essere stato avvisato della presenza del Cardinale Schonborn a Medjugorje. Una presenza ‘pesante’, che qualcuno potrebbe valutare erroneamente come un riconoscimento delle apparizioni da parte della Santa Sede.
 “Lungi da me l’idea di giudicare il comportamento del Cardinale Schonborn, ma io, considerata l’attenzione morbosa che è concentrata su Medjugorje, come faccio peraltro sempre ogni volta che mi reco fuori Roma, avrei prima parlato con Monsignor Peric: quando noi Cardinali ci rechiamo in una Diocesi, entriamo in ‘casa’ del Vescovo del luogo e dobbiamo avere l’educazione e il buon senso di annunciarci”.

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