Papa Francesco, vai pure avanti noi siamo tutti con te! Non dare importanza a questo e a tutti quegli articoli che  cercano di screditare il Tuo operato così prezioso, soprattutto  quello a favore dei poveri. Intuendo la grandezza del Tuo animo, abbiamo la certezza che Tu non compiresti mai un simile gesto. Pensiamo invece che c’è qualche personaggio massone all’interno del Vaticano che voglia creare uno scisma nella Chiesa per distruggerla. Caro Papa, vediamo in Te la dolce immagine del Buon Pastore, Colui che ha dato la vita per salvare tutte le Sue pecorelle, e che mai le avrebbe lasciate in preda ai lupi feroci. Noi non crediamo assolutamente  a questa  notizia. Preghiamo tutti e aumentiamo le nostre preghiere per Papa Francesco.

"Papa Francesco potrebbe dimettersi"
Lunedì, 2 dicembre 2013 - 16:15:00

Bergoglio come Ratzinger? Dimissioni a breve di Papa Francesco sulla scia del suo illustre predecessore? L'ipotesi a prima vista potrebbe sembrare fantascientifica o clamorosa a seconda dei punti di vista. Però viene prese in considerazione da un paio di fonti illustri. In primis Guillermo Marcò, ex portavoce di Papa Francesco quando ancora era arcivescovo di Buenos Aires. "Dopo il gesto di Benedetto non sembrerebbe strano che Francesco rinunciasse, dopo aver fatto quello che pensava di dover fare e se sente che la sua forza si sta indebolendo", ha spiegato nel corso di un'intervista radiofonica. Un Pontefice "possa dimettersi, come fanno i vescovi, sarebbe positivo, perché permetterebbe di nominare successivamente gente più giovane".
Pensiero molto simile a quello di Caroline Pigozzi, la giornalista francese che ha firmato insieme al gesuita Henri Madelin «Ainsi fait-il», un volume sulla figura di Francesco. La cronista e scrittrice oltre al precedente aggiunge anche la tradizione della Compagnia di Gesù. "Credo che Francesco abbia una visione tutta sua del potere, una visione gesuita e personale. E' arrivato tardi, ha una missione da compiere e sa quello che fa", ha detto Pigozzi, in un'intervista a Infobae, aggiungendo che "il giorno che sente che non può andare oltre, che le forze lo stanno abbandonando, potrebbe andarsene, come ha fatto il suo predecessore".
Secondo la sua visione questa diventerà "una nuova regola nel Vaticano", perché se Francesco si dimettesse anche lui creerebbe "in questo modo un fatto storico, che entrerebbe a far parte della consuetudine nel Vaticano".
Mafia, "Papa Francesco sta facendo innervosire i boss", il procuratore aggiunto di Reggio Calabria lancia l'allarme
“Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria […]. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo”. A lanciare l’allarme in un’intervista al Fatto Quotidiano è Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria. “Questo Papa – spiega al quotidiano – è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale”.
Un fatto che non piace alla mafia finanziaria, quella che investe, che ricicla denaro e che per anni – prosegue il procuratore – “si è nutrita delle connivenze con la Chiesa”. “Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero”.
Secondo il procuratore aggiunto di Reggio, il Papa può essere davvero in pericolo. “Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa - precisa – ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso”. Gratteri, che dal 1989 vive sotto scorta, ha scritto insieme allo storico Antonio Nicaso un libro intitolato “Acqua Santissima” in cui racconta i profondissimi legami che esistono tra mafia e Chiesa. Nella sua esperienza sa come i preti vadano “di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popoplare”.

Papa Francesco contro Medjugorje "La Madonna non è un postino"
Bergoglio mette in guardia sui veggenti: "Maria non è un impiegato che invia messaggi tutti i giorni". E il pensiero va alle apparizioni in Bosnia
Curiosità spinta oltre l’estremo, una religiosità che cerca il sensazionale, veggenti o presunti tali che pretendono di ricevere messaggi divini ogni giorno, con una regolarità da «postino». Il Papa torna all’attacco dei comportamenti sbagliati, anzi capaci di generare confusione e peccato, di molti credenti.

E usa parole che aprono un dibattito molto sentito dal popolo cattolico: con queste frasi si è voluto riferire o no ai veggenti di Medjugorje? Ecco cosa ha detto ieri, fra le altre cose, papa Francesco durante nella messa celebrata nella Cappella di casa Santa Marta, in Vaticano: «Lo spirito di curiosità genera confusione e ci allontana dallo spirito della sapienza che, invece, ci dà pace»; ci sono poi alcuni veggenti che considerano la Madonna come «un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni», mentre i fedeli a capire che «il Regno di Dio è in mezzo a noi» e non bisogna «cercare cose strane».
Cristiani senza cristo
Le frasi in particolare riferite ai veggenti hanno riaperto la questione: l’attuale Pontefice pensa che le apparizioni di Medjugorie sia autentiche o no? E, di conseguenza, come giudica i veggenti che da oltre trent’anni avrebbero in consegna - alcuni ogni giorno - messaggi da parte della Madonna? I dubbi e le domande erano già state sollevate lo scorso sabato 7 settembre, quando, sempre a Santa Marta, Papa Francesco ha criticato i cristiani «rivelazionisti». Le parole diffuse erano le seguenti: «C’è un altro gruppo di cristiani senza Cristo: quelli che cercano cose un po’ rare, un po’ speciali, che vanno dietro a delle rivelazioni private», mentre la Rivelazione si è conclusa con il Nuovo Testamento. In questi cristiani, ha stigmatizzato Papa Francesco, emerge la voglia di andare «allo spettacolo della rivelazione, a sentire delle cose nuove».
Le omelie pronunciate a braccio dal Santo Padre nella cappellina di Casa Santa Marta, dove egli risiede e dove, quasi ogni mattina, celebra la Santa Messa assieme a vari gruppi di fedeli, non sono atti di Magistero, ma spesso vengono interpretate come tali; esprimono comunque il pensiero del Papa e anticipano talvolta i suoi atti di governo. Perciò su quelle frasi e su quelle pronunciate ieri si è scatenato il dibattito, soprattutto in Rete. C’è poi chi ricorda che «anche a Medjugorje si corre il rischio di correre dietro al sensazionalismo, di cercare i fenomeni straordinari, il sole che si muove, la statua fosforescente e cose del genere, mentre poi si trascura il contenuto dei messaggi che, quello sì, è evangelico».
Il Papa, il diavolo e la morte
Il Papa durante una messa a Santa Marta
Nell’omelia di questa mattina a Santa Marta, Papa Francesco è tornato a parlare del demonio (come ha già fatto molte volte in passato) ma ha anche toccato l’argomento della morte.

“Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, ma per l’invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo” ha detto il Papa, citando il grande nemico dell’umanità. “Tutti dobbiamo passare per la morte”, ha aggiunto, “una cosa però è passare per questa esperienza con una appartenenza al diavolo e un’altra cosa è passare per questa esperienza dalla mano di Dio. E a me piace sentire questo: siamo nelle mani di Dio dall’inizio”.
Bergoglio è tornato quindi ancora una volta a parlare di Satana, soggetto che il Papa combatte da sempre e che cita in continuazione nelle sue predicazioni per mettere in guardia i fedeli. Soltanto qualche settimana fa, Francesco, aveva ammonito: “Dobbiamo sempre vigilare contro l’inganno del demonio, non dobbiamo essere ingenui. Leggendo questo brano del Vangelo (quello di Luca in cui Gesù scaccia il demonio ma non viene capito) – aveva detto il Papa – molti preti dicono: ma Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica. Non leggono questo qui, no? È vero che in quel tempo si poteva confondere un’epilessia con la possessione del demonio – ha continuato Francesco – ma è anche vero che c’era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”.
Un continuo richiamo a questa figura biblica che per il Papa esiste davvero, non solo come immagine del Nuovo e Vecchio Testamento, ma come minaccia reale per la Chiesa: in una delle primissime omelie a Santa Marta Francesco aveva parlato di un “odio verso Gesù e verso la Chiesa e dietro questo spirito” – aveva aggiunto – “c’è il principe di questo mondo”.
Un nemico giurato che il Papa quindi vuol sconfiggere a tutti i costi con la forza della preghiera, per fermare quell’attacco frontale al cuore della cristianità, in atto spesso anche dentro al Vaticano. Non a caso durante l’omelia per la messa dinanzi alla Gendarmeria Vaticana, pochi mesi fa, Francesco aveva puntato il dito contro quei personaggi che, all’interno del piccolo Stato, seminano zizzania con la propria lingua, mettendo gli uni contro gli altri, creando divisioni e polemiche, facendo appunto il gioco del demonio.
“Non sparlare, le chiacchiere sono tentazione del maligno” – aveva detto il Papa ai gendarmi – “Qualcuno di voi potrà dirmi: “Ma, padre, noi come c’entriamo qui col diavolo? Noi dobbiamo difendere la sicurezza di questo Stato, di questa città: che non ci siano i ladri, che non ci siano i delinquenti, che non vengano i nemici a prendere la città. Vi chiedo – ha detto il papa – non solo di difendere le porte, le finestre del Vaticano», ma di difendere «come il vostro patrono San Michele» le porte del cuore di chi lavora in Vaticano, dove la tentazione “entra” esattamente come altrove: «Ma c’è una tentazione… Ma, io vorrei dirla – la dico così per tutti, anche per me, per tutti – però è una tentazione che al diavolo piace tanto: quella contro l’unità, quando le insidie vanno proprio contro l’unità di quelli che vivono e lavorano in Vaticano. E il diavolo cerca di creare la guerra interna, una sorta di guerra civile e spirituale, no? È una guerra che non si fa con le armi, che noi conosciamo: si fa con la lingua». Una lingua armata appunto dalle “chiacchiere”. E questo è ciò “che chiedo a voi”, ha detto il Papa ai gendarmi, “di difenderci mutuamente dalle chiacchiere”.
I massoni nella Chiesa.  
Alcuni Cardinali e Vescovi   massoni hanno cercato di distruggere la Chiesa di Dio dal suo interno ma non ci sono riusciti perché la Chiesa la fondata  Nostro Signore Gesù Cristo e le porte degli inferi non prevarranno. Questi massoni hanno fatto di tutto all’interno del Vaticano per distruggere la Chiesa adorando lucifero,  hanno persino messo delle statue e fatto alcune Chiese e sale dentro in Vaticano in onore alla bestia potete vedere qui sotto una immagine a dir poco scandalosa. Ci sarebbe da scrivere ancora molto su questo argomento ma mi fermo qui perché la nostra missione deve essere la preghiera fatta con il cuore e pregare per i peccatori.

 

Papa Francesco: «non ci si confessa da soli, serve un sacerdote»

20 novembre, 2013

«A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio», ha detto Papa Francesco durante l’Udienza di oggi. Ed invece «il perdono di Dio che ci viene dato nella Chiesa, ci viene trasmesso per mezzo del ministero di un nostro fratello, il sacerdote; anche lui un uomo che come noi ha bisogno di misericordia, diventa veramente strumento di misericordia, donandoci l’amore senza limiti di Dio Padre».

Anche i sacerdoti «devono confessarsi, anche i Vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché anche il Papa è un peccatore. E il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono». Non esiste l’assoluzione fai-da-te, il cristianesimo non si vive mai da soli, non è un misticismo personale, ma sempre all’interno di una comunità, di un rapporto con un altro, attraverso il quale un Altro si manifesta: «Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono, a nome della Chiesa».

«Tante persone forse», ha riflettuto il Pontefice, «non capiscono la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina sempre l’individualismo, il soggettivismo, e anche noi cristiani ne risentiamo. Certo, Dio perdona ogni peccatore pentito, personalmente, ma il cristiano è legato a Cristo, e Cristo è unito alla Chiesa. Questo dobbiamo valorizzarlo; è un dono, una cura, una protezione e anche è la sicurezza che Dio mi ha perdonato. E questo è bello, questo è avere la sicurezza che Dio ci perdona sempre, non si stanca di perdonare. E non dobbiamo stancarci di andare a chiedere perdono. Si può provare vergogna a dire i peccati, ma le nostre mamme e le nostre nonne dicevano che è meglio diventare rosso una volta che non giallo mille volte. Si diventa rossi una volta, ma ci vengono perdonati i peccati e si va avanti».

Non manca un’indicazione anche ai sacerdoti: «Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace, che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse. Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento. I fedeli penitenti hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio».

E’ Gesù stesso che ha istituito la Confessione comandando ai suoi apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). Ma noi «siamo consapevoli della bellezza di questo dono che ci offre Dio stesso? Sentiamo la gioia di questa cura, di questa attenzione materna che la Chiesa ha verso di noi? Sappiamo valorizzarla con semplicità e assiduità?», si è domandato Francesco.

 

Perché la Sala Udienze del Vaticano ha la forma di un serpente?
- di Daniele Di Luciano -
La massoneria si diverte con poco. Dopo ciò che abbiamo visto a San Giovanni Rotondo, l’abbiamo capito. Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, vi riporto un brano dell’articolo de “Il Giornale“:
Padre Pio da Pietrelcina, il santo stimmatizzato che nel 1913 si lamentava per quei «disgraziati fratelli» che «corrispondono all’’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’’infame setta della massoneria», sarebbe stato traslato e sepolto in una chiesa zeppa di simbologie massoniche: il nuovo santuario di San Giovanni Rotondo progettato da Renzo Piano. L’accusa non è nuova, già nel 2006 la rivista ultra-tradizionalista «Chiesa Viva» lanciò l’allarme con un polemico studio dell’’ingegner Franco Adessa. Più cauto, ma ugualmente severo, anche il fascicolo «L’’oltraggio a Padre Pio», pubblicato tre anni dopo da Angelo Maria Mischitelli, autore di vari libri storici sul santo del Gargano. Ora è destinato a far discutere il primo volume che tratta diffusamente l’argomento, Il mistero della Chiesa di San Pio (edizioni Settecolori, pp. 216, 15 euro), da oggi nelle librerie italiane.
L’infame setta della massoneria, così San Padre Pio definiva l’organizzazione che da secoli tenta di rovesciare la società cattolica. E così la dovrebbero definire tutti i cattolici, esclusi i tanti ignoranti e i pochi, ma importanti, collusi. Chi conosce la storia – già, chi? – saprà che esiste una battaglia tra Chiesa e massoneria che va avanti almeno dalla metà del XVIII secolo.
Ma lasciamo perdere la storia noiosa (meglio credere che la Chiesa sia da sempre intrecciata con la massoneria, proprio come vuole quest’ultima!) e il Santuario massonico di San Giovanni Rotondo e dirigiamoci a Roma, per trovare un edificio che è, forse, ancor più inquietante. Mi riferisco alla Sala Udienze del Vaticano, l’aula Paolo VI. Leggiamo su Wikipedia:
Nel 1964 Paolo VI incaricò Pier Luigi Nervi di realizzare una sala per le udienze papali a margine della Città del Vaticano, in un lotto compreso tra la Sacrestia della Basilica Vaticana e Piazza San Pietro. I lavori furono avviati nel 1966 e l’inaugurazione avvenne il 30 giugno 1971.
Paolo VI è il Papa che ha chiuso il Concilio Vaticano II, il concilio che ha segnato la “svolta” nella Chiesa. Alcuni cattolici “tradizionalisti” – ma forse bisognerebbe chiamarli cattolici e basta – sono molto critici sia verso Paolo VI, sia verso il suo predecessore Giovanni XXIII, sia nei confronti di tutti i papi a loro succeduti.
Ma questo è un altro discorso noioso, meglio non sapere le differenza tra la Chiesa preconciliare e quella di oggi (meglio per la massoneria, ovviamente!). Torniamo all’aula. Vista dall’alto potrebbe vagamente ricordare la testa di un serpente. Solo vagamente, certo. Anzi, forse la somiglianza è una forzatura. Giudicate voi: 

È una forzatura? Può essere. Non si potrebbe dire lo stesso, però, dell’interno della stessa aula. In questo caso la somiglianza è eccessiva. Guardate:

Perché la Sala Udienze del Vaticano ha la forma di un serpente?

Sembra un po’ troppo per essere una coincidenza, vero?
Se ci soffermiamo sui particolari, l’aula diventa ancora più satanica (e quindi massonica). Oltre alle finestre a forma di occhi e oltre al tetto squamoso, possiamo notare che il palco sembra una bocca aperta con tanto di denti (le due colonne poste a sinistra e a destra del palco) e, addirittura, il passaggio tra i posti a sedere forma la lingua che esce dal centro della bocca!
E ancora non arriviamo alla parte peggiore.
Intanto alcune informazioni sull’ideatore di questo preciso serpente vaticano. Sempre da Wikipedia leggiamo che la figura di Pier Luigi Nervi:
fu utilizzata dal regime fascista per propagandare il “progresso” e proposta all’opinione pubblica come un idolo, tanto che le sue opere erano conosciute anche da coloro che a malapena sapevano i nomi dei grandi maestri delRinascimento
Sempre così, più sono amanti dei serpenti, più vengono fatti passare come idoli…
 

Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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