Abbiamo da poco concluso il pellegrinaggio presso il santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza (PG) voluto da Madre Speranza di Gesù .

Giunti ad Assisi di prima mattina abbiamo celebrato L'Eucarestia e visitato la grande Basilica di S. Maria degli Angeli edificata tra il 1569 e il 1679 per volere del Papa san Pio V (1566-1572), al fine di custodire le cappelle della Porziuncola, del Transito e del Roseto e altri luoghi resi sacri dalla memoria di san Francesco, e accogliere i tanti pellegrini che da ogni luogo si recano a visitarli.

 


Nella tarda mattinata abbiamo raggiunto Collevalenza. Madre Speranza dagli anni 50 cominciò a concretizzare il progetto che già nel maggio 1949 aveva compreso essere volontà di Dio: la costruzione di un Santuario dedicato all'A.M. e delle opere annesse.


Presso il Santuario Madre Speranza consumò la sua vita, fino alla fine, essendo l'anima dell'annuncio dell'A.M. in questo Tempio. Questa fu la sua ultima "missione" o, meglio, "la sua missione", la sua opera definitiva. In questo luogo fu "flauta" che suona (come era solita definirsi) e anima che si consuma per far conoscere a tutti che Dio è un Padre che ama, perdona, dimentica e non tiene in conto i peccati dei suoi figli quando li vede pentiti. Ogni giorno riceveva dalle cento alle centoventi persone, una per una, ascoltando, consolando ed infondendo speranza in tutti.
In una sua orazione composta per il Santuario, pregava: "Fa, Gesù mio, che a questo Santuario vengano persone dal mondo intero, non solo con il desiderio di guarire nel corpo dalle malattie più dolorose e strane, ma per curare la propria anima dalla lebbra del peccato mortale ed abituale... e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice severo ma un Padre pieno di amore e di misericordia che non tiene in conto le debolezze dei suoi figli, le dimentica e le perdona".
Il 22 novembre 1981 fu una giornata di gioia indefinibile per Madre Speranza e per Collevalenza per la venuta al Santuario del Santo Padre il Papa Giovanni Paolo II che ebbe modo di incontrare anche Madre Speranza Il 17 aprile 1982 il Santuario ottenne il riconoscimento a "Basilica minore".

 

 

Il Pozzo e le Piscine

Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza, nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà divina in merito al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi dell'anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segretaria Generale delle Ancelle: "Nostra Madre ha ricevuto l'ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l'acqua necessaria. Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l'acqua, cioè a fianco della futura "Basilica dell'Amore Misericordioso", tra questa e la futura "Casa della Giovane"". Più oltre prosegue: "Al "nemico del bene" urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne sarano a sufficienza in tutta l'Umbria".
E in effetti l'escavazione del Pozzo fu, a dir poco, snervante sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri), sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono; per la Madre Speranza, poi, si aggiunsero numerose vessazioni del maligno. I lavori dell'intero progetto durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull'apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice.

Si iniziò la perforazione del Pozzo con una trivella a mano, azionata da uno dei Religiosi, con la quale si raggiunse la profondità di 9 metri. Successivamente, ai primi di marzo, si conferì l'incarico all'impresario locale Giuseppe Salici il quale, dopo aver anch'egli adottato una trivella (spezzatasi a 12 metri di profondità), proseguì fino a 23 metri realizzando un "pozzo romano". Non potendo proseguire oltre con tale tecnica, ai primi di aprile, ci si accordò finalmente con una ditta specializzata, per la perforazione di un pozzo artesiano: la ditta Guido De Togni di Isola della Scala (VR).
Quando il dubbio iniziava già a serpeggiare anche in casa e i commenti di molti all'esterno si facevano malevoli, nel pomeriggio del 6 maggio, la sonda di perforazione, dopo essere rimasta incagliata in profondità per più di un'ora, finalmente incontrò un'abbondante falda acquifera, a 92 metri: fu una vera liberazione! In quella occasione la Madre Speranza, andata in estasi presso il Pozzo, pronunciò parole di commosso ringraziamento e di fiduciosa implorazione.


Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l'uso delle Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni. Piuttosto che accennare a questo episodio con la pretesa di individuare responsabilità o titubanze di singoli uomini, è certamente più opportuno limitarsi a rilevare come anche in questa circostanza rifulse "la fede della Madre, l'immolazione della sua obbedienza, il suo pieno abbandono al mistero della divina volontà".
I 18 anni di attesa non furono certamente inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel 1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel 1973.
E l'Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente attinta a livello "privato", iniziò subito a svolgere la sua azione taumaturgica.

 

Presso il Santuario, Madre Speranza fissò la sua residenza e qui visse fino al giorno della sua morte: 8 febbraio 1983. Aveva lasciato scritto questo suo desiderio: "Supplico i miei Figli e le mie Figlie che, di comune accordo, mi vogliano concedere una grazia da me tanto desiderata e precisamente: se il buon Gesù mi concede di poter consumare la mia vita qui, vicino al Suo Santuario, io vorrei che Voi lasciaste i resti di questa povera creatura il più vicino possibile a questo Santuario perché desidero che si consumino vicino ad esso come fortunatamente si sta consumando tutta la mia vita a servizio del medesimo". La sua salma è tumulata nella Cripta del Santuario dell'A.M. per la benevolenza della Chiesa e per il riconoscimento da parte dello Stato italiano delle particolari benemerenze di Madre Speranza.
 

Ringraziamo S.E. Mons. Andrea Gemma per la preziosa giornata che ha voluto dedicarci e Padre Mario per averci accompagnati con tanta disponibilità.

Nella giornata di domenica abbiamo visitato il Monastero di Santa Chiara da Montefalco. Si tramanda, tra i credenti, che nel suo cuore si trovavano un crociffisso e un flagello, e nella cistifellea tre globi, di eguale misura, peso e colore, disposti a forma di triangolo, interpretati come il simbolo della Trinità, il che venne considerato come il segno cercato.

 

 

 

Durante il pellegrinaggio abbiamo potuto festeggiare un importante compleanno - Naturalmente non possiamo rivelarvi gli anni del nostro specialissimo Giuseppe che vicinissimo alla commozione ha espresso parole di ringraziamento a tutti coloro che gli vogliono bene ( e siamo in tanti ): AUGURI GIUSEPPE

 

 

 

 

 

 

 

 

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