28/12/2015

Catechesi N. 89

A - Ieri sono arrivati moltissimi messaggi ricolmi di affetto, si coglie abbondante dalle parole calorose utilizzate, in tutti ci sono auguri sinceri e una vicinanza spirituale che commuove.
B - La festa dell'Apostolo che "poggiò la testa sul petto di Gesù" nell'Ultima Cena, evidenzia la predilezione di Dio verso i puri di cuore. Era presente quella sera anche Giuda Iscariota ma a causa della sua scelta folle, non solo stava seduto distante dal Maestro, ma dopo alcune ore realizzò quanto aveva seminato di corrotto e di malizioso nei tre anni di vita apostolica e si impiccò.
C - Il Prologo è già stato presentato in queste due settimane liturgiche, vi rimando alla rilettura della Catechesi di Giovedì  31 dicembre per focalizzare alcuni dati.
D - Epifania significa manifestazione, quella che meditiamo oggi è la prima manifestazione di Dio ai pagani in un piccolo Corpo, furono i tre Magi a ricevere il grande dono di vedere il Messia promesso.
E - Ieri sera dopo la meditazione della Catechesi ho riflettuto nuovamente sui Magi, singolari personaggi scelti da Dio per spiegare la Nuova Alleanza stabilita con un nuovo popolo, quello cristiano.

Sotto potete trovare la traduzione in inglese e Portoghese
Below you can find the translation in English and Portuguese

A - Ieri sono arrivati moltissimi messaggi ricolmi di affetto, si coglie abbondante dalle parole calorose utilizzate, in tutti ci sono auguri sinceri e una vicinanza spirituale che commuove. La mia gioia si ravviva di continuo, perchè sentire il vostro amore è un sostegno, serve a compensare l'odio e la vendetta che nutrono i modernisti contro me per la mia assoluta difesa del Vangelo storico e della sana dottrina della Chiesa.
Gesù quando operava grandi miracoli cercava gesti di gratitudine e gioia che indicavano l'amore per Lui, e Lui era l'Amore in mezzo agli uomini. Anche i seguaci del Signore che dedicano ininterrottamente la loro vita per diffondere il suo Vangelo e salvare le anime, gioiscono quando avvertono l'amore dei credenti riconoscenti. È una piccola consolazione, la prova che i sacrifici e gli sforzi nell'aiutare tutti non sono inutili.
Non vi dico che è necessario sentire l'affetto di quanti sono stati beneficiati, però arreca consolazione l'affetto sincero che voi mi esprimete e che è frutto della consapevolezza da voi raggiunta che stiamo compiendo insieme un cammino di Fede straordinario. L'espressione dell'affetto è un gesto di riconoscenza, un modo sincero per dire che la vita è cambiata e che questa è la via giusta.
Per gli apostoli di Gesù che donano la vita per salvare le anime, è una benedizione ricevere ringraziamenti, perchè li offrono a Gesù in quanto tutto viene dal suo Cuore, inoltre sono benedizioni che annullano tutte le maledizioni e tante cattiverie che ricevono da quanti non seguono più Dio. Nelle vostre preghiere beneditemi pregando ogni giorno per me.
Ringrazio quanti hanno inviato auguri e hanno espresso la gioia del cammino che stiamo compiendo, aiutati dalla Madonna.
Il solenne giorno di Natale è trascorso, mentre il Tempo liturgico del Natale si protrarrà fino alla domenica del Battesimo del Signore, che ricorre la prima domenica dopo l'Epifania. Rimarremo nel clima natalizio ancora per oltre due settimane, non è terminato ieri la contemplazione del mistero dell'Incarnazione.
Non occorre solo la Fede per credere in questo, anche l'umiltà e la mansuetudine per rinnegare l'orgoglio che non ammette una simile verità. I non credenti in linea di massima non hanno ricevuto una educazione religiosa, oppure hanno ricevuto alcune percezioni nella fanciullezza e poi hanno incontrato insegnanti irreligiosi che concentrano le lezioni e il loro essere sulla negazione di Dio.
Il danno che causano a se stessi è immenso, più nociva è l'azione di eliminare dalla mente degli studenti la stessa idea di Dio.
Gesù è nato per tutti, vuole salvare anche i grandi peccatori, ma lascia liberi di seguirlo nella Verità o di vagare nella giungla del mondo. Deve essere una scelta libera da parte dei peccatori e dei non credenti accogliere Gesù, è vero che Lui fa anche l'impossibile per dare ispirazioni e possibilità a tutti di scoprire che Dio è vivo e che è misericordioso. Questo non solo lo rivelò alla mistica Santa Faustina Kowalska, lo fa conoscere di continuo attraverso i suoi apostoli fidati.
Natale non è solo il 25 dicembre, è ogni giorno dell'anno per quanti vivono in comunione con Lui, lo è anche quando accogliamo Gesù nel cuore e mettiamo in pratica la sua Parola, spesso esigente ma infallibile e vitale.
Gesù si è presentato Bambino per non metterci paura, ci dice che è buono e vuole dialogare con ognuno di noi, ma non è facile sentire la sua voce delicata, bisogna diventare più spirituali e puri per rimanere in dialogo con Lui.
Nessuno deve abbattersi se ancora è distante dalla vera conversione, le grandi conquiste richiedono tempo, insieme ad un impegno costante e sincero. Chi ha compreso che la vita senza Gesù non ha senso e che solo Lui dona la forza per superare grandi prove e sofferenze, allora abbandona tutto il superfluo e segue con serietà il Vangelo.
Una grande forza ha avuto Santo Stefano quando si trovò di fronte al Sinedrio ed era minacciato dai suoi nemici, ma lui rispose con un coraggio maestoso. Lo accusavano di fatti inventati e respinse tutto, mostrando che erano loro i corrotti. Una difesa audace guidata dallo Spirito Santo, il volto del diacono Stefano splendeva ed emanava quello che aveva dentro, aveva la Grazia di Dio.
La vicenda del Santo è avvincente, sopportò calunnie e persecuzioni in gran quantità come avviene ad ogni cristiano onesto e spirituale. I diavoli si accorgono presto del cristiano incorrotto e cercano di deviarlo dalla via della salvezza eterna, come fanno del resto anche quelle persone immerse nella corruzione e cercano di trascinare dentro anche i buoni. Ci sono due fronti ad attaccare i buoni, ma sono entrambi disperati e diretti al fuoco eterno.
I cattivi che causano sofferenze ai buoni, vivono già loro in situazioni di grande disperazione, anche se si sforzano di non mostrarlo e di ostentare una falsa felicità. È falso affermare che i cattivi vivono bene e tutto gira per il verso giusto, anzi si deve affermare il contrario: sono cattivi perchè pieni di disperazione e provano una invidia immensa della vita perbene che conducono i buoni.
Gesù ci è sempre vicino e la Madonna ci protegge, noi siamo felici e nella pace. Però dobbiamo pregare bene e chiedere molto. Buona preghiera a tutti.

 

Santo Stefano

B - La festa dell'Apostolo che "poggiò la testa sul petto di Gesù" nell'Ultima Cena, evidenzia la predilezione di Dio verso i puri di cuore. Era presente quella sera anche Giuda Iscariota ma a causa della sua scelta folle, non solo stava seduto distante dal Maestro, ma dopo alcune ore realizzò quanto aveva seminato di corrotto e di malizioso nei tre anni di vita apostolica e si impiccò.
È troppo distante il confronto tra i due, è come osservare il giorno luminoso e una notte buia tenebrosa. Sono due cuori che hanno amato intensamente, uno Dio e l'altro la superbia, fino a voler imporre a Gesù i suoi comandi. Quando si smarrisce la lucidità improntata sull'onestà e la verità, l'uomo smarrisce il controllo della sua vita e compie scelte folli, irrazionali.
L'aspetto che inquieta è lo scombussolamento che colpisce queste persone e rimangono convinte della bontà delle loro irrequiete azioni. Così avvengono separazioni, incomprensioni tra figli e genitori, litigi tra parenti e amici. Quelli che litigano non sono tutti nella verità, c'è sempre uno nell'errore e la persona che agisce con cattiveria, arroganza, vendetta, non capisce quello che compie di grave perché e accecato dal peccato e dai diavoli.
Davanti a Gesù rimane sempre colpevole, nonostante la convinzione di fare tutto bene e di agire per amore della verità.
Dobbiamo farci un esame di coscienza per verificare cosa ci spinge quando prendiamo posizioni diversi dalla moglie, dal marito, dai figli o dai genitori. C'è da guardare la bussola della retta intenzione per orientare le scelte e magari saper riconoscere gli errori commessi, anche se in buona fede.
Si può sbagliare per una convinzione errata o senza cattiveria, ma quando ci si accorge dell'errore bisogna riparare, chiedere perdono.
Giuda non agiva in buonafede, era lucidamente consapevole del tradimento che aveva preparato con profonda convinzione. Il traditore rappresenta quelle persone che non riescono a frenare l'orgoglio di dettare le condizioni a tutti e che non temono di arrecare del male a quanti considerano antipatici o quantomeno loro nemici. Anche se si tratta di una distorta valutazione.
L'uomo non ancora pienamente convertito viene spinto dalle passioni a realizzare i propri desideri ma non sempre sono opportuni e validi, così oscilla tra l'inclinazione al male e lo sforzo nella pratica delle virtù. È una lotta che deve compiere il cristiano per non cadere nella trappola che già conobbe Giuda, per non impiccare la sua salvezza eterna.
San Giovanni è il vero modello dei cristiani che con impegno si sforzano di vivere il Vangelo e stringono una lotta contro le passioni disordinate che orientano sempre verso il peccato. È facilissimo commettere ripetuti peccati, sono a portata di mano, si commettono in pensieri, parole, opere e omissioni. Senza una adeguata vigilanza si commettono molti peccati. Questa situazione è favorita anche da una conoscenza precaria del Vangelo e di Comandamenti.
L'Apostolo San Giovanni ha amato Gesù senza alcuna doppiezza che più o meno hanno avuto gli altri quando non comprendevano all'inizio la Persona del Signore o non si spiegavano certe sue iniziative. L'Apostolo era sempre autentico e non mutava fedeltà a Gesù, era puro nel cuore e coglieva meglio degli altri la divinità di Gesù. Per questo la rivelazione delle cose che devono accadere Dio le rivelò a colui che viene indicato con il simbolo dell'aquila, perchè con grande amore si elevò più in alto di tutti.
I simboli evangelici della visione di Ezechiele sono stati applicati ai quattro Evangelisti, l'aquila potente e maestosa è il simbolo che vede lontano e si eleva in alto. Nella Basilica di Sant'Antonio a Padova c'è una formella in bronzo di Donatello (1453), l'aquila è rappresentata in tutta la sua viva espressività, con una zampa che regge il libro sacro del Vangelo di Giovanni e il muso raffigurato di profilo con un'espressione torva che evidenzia il forte becco. Le ali sono spiegate e vibranti, come se stesse per prendere il volo.
Oggi la liturgia celebra il grande amore che Giovanni ebbe per Gesù nei tre anni di apostolato e l'Amore infinito che proprio Gesù riversò su questo Apostolo buono e semplice. Dopo avere conosciuto il Maestro, l'unica gioia della sua vita era osservare Gesù e adorarlo. Giovanni rimaneva inebriato nell'ammirare Gesù vero Dio, ascoltava le parabole e assisteva ai miracoli con una gioia non più comune.
Come un adoratore che rimane davanti al Tabernacolo e non pensa ad altro che a contemplare Dio.
Sia la purezza del suo cuore sia l'ininterrotta adorazione verso Gesù, resero l'Apostolo privilegiato, elevato in santità e mistico.
È possibile per tutti ritornare ad avere un cuore puro come quando si era bambini, certo sembrerebbe un'utopia ma insieme a Gesù è possibile. Non dimentichiamo che "nulla è impossibile a chi crede". C'è uno sforzo quotidiano da compiere, un desiderio concreto da vivere e una volontà determinata a riparare le colpe passate, a sanare quelle ferite che non si cicatrizzano mai per i vecchi rancori o per diverbi non chiariti.
Però è possibile purificare il proprio cuore e ricominciare una nuova vita insieme a Gesù e alla Madonna. Se tu lo vuoi, è possibile. Buona preghiera a tutti.

 

Santo Stefano

C - Il Prologo è già stato presentato in queste due settimane liturgiche, vi rimando alla rilettura della Catechesi di Giovedì 31 dicembre per focalizzare alcuni dati. Merita un commento più dettagliato per il contenuto pieno di spunti, ogni frase apre ampie dissertazioni. Non c'è il tempo per analizzarlo tutto, mi ritrovo a scrivere ogni giorno il commento in un tempo relativamente breve e non in una settimana se invece mi occupassi solamente del Vangelo della domenica.
Rileggendolo ancora una volta, dopo l'approfondimento biblico e lo studio minuzioso del testo, come avviene quando si studia la Parola di Dio, trovo ancora spunti di meditazione molto interessanti che cercherò di condividere con tutti voi. La Sacra Scrittura è una miniera interminabile di preziosi doni e di una sapienza eterna.
Questa prima frase che meditiamo ci rivela chiaramente che senza Gesù la vita degli uomini è un fallimento completo, nonostante le maschere, il successo effimero, il benessere, l'ostentazione vanitosa e superficiale. Vivono così quanti non seguono Gesù, è vero che non tutti mostrano queste caratteristiche per lo stato sociale in cui vivono, almeno una la portano di sicuro: la maschera.
Io non condanno neanche questi ma prego per tutti loro, non hanno compreso nulla della vita per la loro cecità. Si salveranno?
Leggiamo la prima frase che desidero commentare: "In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno accolta". San Giovanni riesce in poche parole a dimostrare la connessione tra la vera Vita e la Luce che illumina le coscienze e il mondo, non ci può essere Luce Divina negli uomini se prima non incontrano l'Autore della Vita. Prima bisogna accogliere chi ci dona la vita, non c'è vera vita senza Colui che dona gioia, amore e pace ad ogni vita umana.
La Luce che illumina la persona e la divinizza scaturisce dall'incontro con la Vita che è Gesù Cristo, senza Lui non può esistere questa Luce e la persona vive nelle tenebre. Ogni persona che non ha in sè la Luce di Gesù vive nella cecità intellettuale completa e compie scelte imprudenti, qualche volta azzeccate per l'esperienza acquisita, ma non per avere "visto" con gli occhi della Fede.
Moltissime persone vivono senza la Luce di Gesù che illumina la vita e riscalda i cuori, tra queste ci sono anche persone buone, oneste, mansuete. Dio aiuta i buoni anche se non hanno incontrato Gesù, rimangono però sempre assoggettate ad ogni tentazione e difficilmente ne riescono vincitori, i loro guai scaturiscono dalle scelte sbagliate e da stili di vita frivoli.
Anche molti credenti compiono di continuo scelte sbagliate perchè si fidano della pochissima Luce che si intravede appena, essi hanno la convinzione che ogni loro pensiero è perfetto, esatto, veritiero. Questa poca Luce presente non li illumina ma li acceca ancora di più per orgoglio, essi non vogliono cambiare comportamenti e vanno a Messa, ma conservano sempre la vecchia mentalità.
Il Prologo afferma che "la Luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno accolta". Gesù vorrebbe illuminare anche i cuori ricolmi di peccati ma non può, non hanno il desiderio nè la capacità di abbandonare la corruzione e di rinascere a vita nuova. Le tenebre non possono accogliere la Luce, solo con l'aiuto di molte preghiere è possibile suscitare desideri di conversione e risuscitare quanti dimorano nelle tenebre del mondo.
L'altra frase che meditiamo dal Prologo, indica che Gesù è la Grazia: "Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto Grazia su Grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la Grazia e la Verità vennero per mezzo di Gesù Cristo". Oltre la testimonianza della divinità di Gesù, era un modo per informare gli ebrei che essi non avevano ricevuto tutto da Mosè, a lui Dio rivelò solo la Legge, ma non è stato Mosè a scrivere la Legge. "... fu data per mezzo di Mosè".
Mentre Gesù Cristo dona la Grazia da sé, perchè Lui è la fonte della Grazia e della Verità.
Il Prologo aggiunge: "Dio, nessuno Lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che Lo ha rivelato". Buona preghiera a tutti.

 

I Re Magi

D - Epifania significa manifestazione, quella che meditiamo nei prossimi giorni  è la prima manifestazione di Dio ai pagani in un piccolo Corpo, furono i tre Magi a ricevere il grande dono di vedere il Messia promesso. Molto spesso con leggerezza si parla dei Magi senza attribuire ad essi meriti enormi, vengono presentati e considerati come grandi scienziati che osservarono una stella e si misero in cammino per capire il suo segnale. Tutto qui, ma è davvero riduttivo.
Nei Magi sono rappresentati i popoli di ogni lingua e Nazione che, chiamati da Dio, si mettono in cammino per adorare Gesù.
I sacrifici compiuti da loro tre furono innumerevoli, è stato un cammino faticoso e pericoloso, si spostarono dal lontano Oriente per andare a vedere il Messia. Quindi, essi sapevano che la stella li avrebbe portati davanti al Re, non tanto per la conoscenza sapienziale delle Scritture, furono avvisati misteriosamente e compresero che era una ispirazione divina.
I Magi si misero in cammino perchè decisi ad adorare il Messia, avevano una volontà determinata e il grande desiderio di incontrare il Bambino. A moltissimi cristiani di oggi manca il desiderio di incontrare Gesù e la loro volontà è orientata verso altre scelte non spirituali. Le scelte si assumono responsabilmente e ognuno ne trae le conseguenze.
La decisione di mettersi in cammino, nonostante le intemperie e le gelate invernali, mostrano nei Magi una fermezza esemplare!
Non andavano a riscuotere doni materiali, al contrario portavano doni al Bambino, però furono loro a ricevere grandi Grazie spirituali. I Magi mostrarono una grande Fede per avere seguito la stella già dal suo sorgere, finchè si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stalla essi provarono una grande gioia. Fermiamoci a riflettere su questo punto molto importante.
I Magi non si meravigliarono di essere stati condotti a un borgo sperduto, o che la stella si sia fermata sopra una casa piccola e modesta. Invece si riempirono di gioia perchè davvero avevano incontrato Dio. Forse i cristiani più cercatori di segni avrebbero elevato lamentele o avrebbero cercato un'altra stella da seguire. Immagino la scena con tre cristiani di oggi che bramano vedere segni, davanti alla grotta povera e fredda di Betlemme che accusano la stella di avere sbagliato luogo.
Il grosso guaio dei cristiani che cercano i segni che piacciono a loro, è di lamentarsi con Dio quando Lui si presenta secondo la sua volontà e non secondo i loro desideri. Sappiamo che per molti cristiani non sono mai sufficienti i segni che Dio manifesta.
Ognuno si chieda cosa avrebbe fatto davanti alla povera grotta di Betlemme dopo un lungo viaggio e dopo l'aspettativa di vedere grandi cose. Riflettete su questo punto perchè è importante. C'è da capire cosa vogliamo noi o pretendiamo noi, rispetto a quello che Dio ci vuol donare o che in realtà ci spetta. Se vogliamo fare un cammino autentico e secondo il Vangelo storico, non possiamo mai lamentarci se ci ritroviamo davanti alla povera grotta invece che nella reggia di Erode.
I Magi hanno dato un esempio enorme di spirito di sacrificio e di grande desiderio di adorare il Bambino Gesù.
È riduttivo pensare ai Magi solo per i doni portati a Gesù o per il viaggio. Essi hanno affrontato sacrifici immani per arrivare davanti al Bambino e inginocchiarsi in atto di piena adorazione. Non interessava dove si trovava il Bambino, essi cercavano il Bambino, Lui solo era il centro del loro interesse.
Provarono una grande gioia davanti alla grotta e non rimasero delusi perchè cercavano Gesù, essi si riempirono di gioia quando Lo videro. Quindi, ogni via che porta a Gesù è sempre piena di gioia, non può esserci spazio per la delusione, altrimenti si tratta di un cammino umano, senza la Grazia di Dio.
Davanti alla povera grotta i Magi hanno gioito senza avere visto il Bambino, questo aspetto li rende ancora più importanti, poi si inginocchiarono davanti a Lui, senza chiedersi il perchè della nascita nella povertà o in quella grotta o in inverno o vicino agli animali. Credettero e basta, senza porsi continue domande e senza cercare di investigare nelle cose di Dio. La loro Fede era grande.
Dio era nascosto in un Bambino apparentemente innocuo, i Magi Lo adorarono con pieno trasporto e si resero suoi servi, senza porsi domande sul significato della manifestazione di Dio. Era il Messia e loro credevano senza nutrire un minimo dubbio.
Oggi nel Tabernacolo Dio è nascosto ma ci è sempre vicino, si presenta a noi sotto l'insignificante presenza di un pezzo di pane e non ci rivela la sua gloria, perchè non si impone irresistibilmente, aspetta la nostra risposta che è autentica se piena di semplicità e di verità.
I Magi donarono a Gesù i doni più preziosi dell'Oriente, aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Chiediamoci cosa doniamo noi a Gesù quando andiamo davanti al Tabernacolo e partecipiamo alla Messa! Siamo proprio sicuri di aprire il cuore e di donargli quanto abbiamo di più amorevole?
L'oro è simbolo di regalità, l'incenso è il profumo bruciato ogni sera sull'altare e simboleggiava la speranza del Messia. La mirra indica che Dio incarnato prenderà su di sè le nostre miserie, si farà carico dei nostri dolori. La mirra è il sacrificio che non deve mai mancare nella vita cristiana. La mortificazione non è pessimismo, non è grettezza d'animo, al contrario essa è in stretta relazione con l'allegria, con la carità, col rendere la vita gradevole agli altri.
Riporto uno scritto di San Escrivà: "La mortificazione non consisterà ordinariamente in grandi rinunce, sarà composta di piccole vittorie ripetute: sorridere a chi ci importuna, negare al corpo capricciosi desideri superflui, abituarsi ad ascoltare gli altri, far fruttare il tempo che Dio ci mette a disposizione e tante altre piccole cose apparentemente senza senso, mentre sono consistenti vittorie spirituali". Buona preghiera a tutti.

 

I Re Magi

E - Ieri sera dopo la meditazione della Catechesi ho riflettuto nuovamente sui Magi, singolari personaggi scelti da Dio per spiegare la Nuova Alleanza stabilita con un nuovo popolo, quello cristiano. Il Figlio di Dio che viveva in Gesù istituì da subito questo nuovo patto nel suo Sangue, che avrebbe versato successivamente sul Calvario. La Nuova Alleanza non era più rivolta a un solo popolo, quello degli ebrei, doveva coinvolgere l'umanità.
Subito dopo la nascita, in quel Bambino apparentemente inerme Dio chiama gente dai giudei e dalle Nazioni pagane, perchè si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito e costituisse il nuovo Popolo di Dio. Davanti al Bambino che riposa nella grotta sono chiamati i pastori che rappresentavano gli ebrei e i Magi che rappresentavano i pagani e tutti i popoli esistenti. Gesù unisce tutti i popoli nella povera grotta, intendendo che il cammino per arrivare a Lui richiede il rinnegamento e l'abbandono di tutte le cose inutili.
Chiediamoci il motivo della chiamata dei Magi che arrivarono da lontano. Dio poteva chiamarli da una regione vicina invece nel loro lungo viaggio ci indica che il cammino di Fede è lungo, dura tutta la vita, non ci si può rilassare per non perdere quanto guadagnato. I Magi ci indicano che se il viaggio è lungo e faticoso, si può trovare Gesù, occorre la buona volontà e il desiderio operativo di incontrarlo.
I Magi partirono da lontano e incontrarono Gesù, altri pur avendo maggiori agevolazioni non incontrano mai il Signore.
Colpisce leggere, inoltre, che i Magi si inginocchiarono davanti al Bambino in adorazione, erano colmi di gratitudine per il dono della chiamata e non sapevano come mostrare la loro profonda gratitudine. Oggi si è diffusa la moda di non inginocchiarsi più in Chiesa, solo quelli che amano sinceramente Gesù e Lo considerano Dio si inginocchiano davanti al Tabernacolo e durante la consacrazione della Santa Messa.
L'Epifania è il ricordo della manifestazione di Gesù, è la festa di coloro che sono già arrivati alla Fede e di coloro che si trovano sulla strada per arrivarci. Molti sono in cammino e spesso si fermano, solo la loro determinazione li porterà davanti a Gesù. Occorre inevitabilmente l'aiuto della Madonna, senza la sua guida il cammino si interromperà.
È nostro dovere adoperarci in tutti i modi perchè i nostri amici, familiari e colleghi si avvicinino a Gesù: a qualcuno procureremo un libro di buona dottrina, ad altri rivolgeremo un invito vibrante perchè si decidano a mettersi in cammino, ad altri ancora parleremo della necessità della formazione spirituale.
Oggi il Vangelo cita il fiume Giordano, fa da confine fra la Giordania e Israele. Il fiume viene citato per indicare che grandi folle seguivano Gesù dopo i grandi miracoli compiuti in Galilea.
Ricordo che sono tanti quelli che vedono il nostro sito anche parrocchiani che vivono in Israele. Aumentano le visite al nostro sito e la Catechesi la leggono moltissime Nazioni del mondo, anche dal Vietnam. Buona preghiera a tutti.

 

I Re Magi

 

 

 

 

Presentazione di Gesù al Tempio
  
 

 

Gesù in Mezzo ai Dottori del Tempio
   
 

 

Battesimo di Gesù nel Giordano
   
 

 

Battesimo di Gesù nel Giordano
   
 

 

Maria Madre della Chiesa

 
   

Madonna Miracolosa
   

 

 

 

 

 

 

 

 

Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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