Stampa

15/03/2015

Catechesi N. 58

A - La straordinaria grandezza del Vangelo di Gesù si pone ad un livello talmente elevato, che impedisce ai non credenti di scorgerlo. Nessuna Religione all'infuori del Cristianesimo possiede un insegnamento così spirituale e santificante, nessuno era ed è in grado di insegnare le parole di Gesù.
B - Si cita molto la parola misericordia nella Bibbia, un termine che viene spiegato da molti come qualcosa di buono, senza però scoprire la ricchezza della parola. Misericordia è una virtù morale tenuta in grande considerazione dall'etica cristiana e si attua in opere di pietà e che è sinonimo di buon cuore.
C - La solennità di San Giuseppe permette a molti credenti di ricordarsi di Lui, altri rimangono indifferenti e non hanno neanche la curiosità di leggere qualcosa. Pochi sono i veri devoti del Santo, quelli che Lo pregano durante l'anno e chiedono l'intercessione.
D - Il  commento del  Vangelo e citare alcuni aspetti semplici ma straordinari di Santa Teresina, i commenti al Vangelo stanno formando numerose migliaia di credenti ad una spiritualità forte e fedele a Dio.
E - La vita di Frate Francesco dopo la sua conversione è toccante, non lascia indifferente neanche un ateo per la radicalità che seppe vivere e con un coraggio poco conosciuto dagli uomini.

A - La straordinaria grandezza del Vangelo di Gesù si pone ad un livello talmente elevato, che impedisce ai non credenti di scorgerlo. Nessuna Religione all'infuori del Cristianesimo possiede un insegnamento così spirituale e santificante, nessuno era ed è in grado di insegnare le parole di Gesù. Altre credenze sono ancora ferme alla vendetta e alla guerra santa, al plagio e all'annientamento della libertà personale, solo in Gesù si trovano verità, equilibrio, saggezza.
I non credenti non accettano questo, è evidente, essi non seguono insegnamenti sulle virtù e su come raggiungere la quiete dei sensi. Le altre Religioni non prevedono la santificazione dei seguaci con un impegno personale diretto alla distruzione dell'orgoglio, della superbia e degli idoli. Solo Gesù ci conduce sul cammino del rinnegamento e della penitenza, per rientrare in noi e prendere il potere sui sensi e la volontà.
Questi insegnamenti di Gesù non li conoscono, a miliardi di persone rimane impossibile rientrare in sé e conoscersi illuminati dalla Luce Divina. Questa Luce è l'unica autentica che fa vedere la realtà, le persone, gli eventi, così come sono realmente. È una grande cosa possedere questa Luce e il discernimento, che significa saggezza, avvedutezza, prudenza, accortezza.
Per possedere la Luce di Dio si dovrebbe fare ogni sacrificio, purtroppo non ci si pensa e si vive rilassati e vanitosi.
Rimane impossibile attuare questi insegnamenti di Gesù se non c'è la decisione di abbandonare il peccato e di dedicare ogni giorno del tempo prolungato alla riflessione silenziosa e vantaggiosa. Quanto tempo si spreca inutilmente? Quanti soldi si sperperano e non si pensa ad aiutare le opere di Dio, da cui si ottiene pure un beneficio spirituale per le Grazie conseguenti che dona Gesù?
La vita del cristiano non è come quella dei non credenti o di chi non segue più Gesù, la nostra è una vita che richiede sforzi e rinnegamenti, preghiere e pratiche religiose. Sono sforzi però premiati con abbondanti Grazie, con aiuti straordinari che fanno evitare pericoli, malattie, sofferenze. La vita di un cristiano praticante è piena di pace e gioia, anche nelle sofferenze. I cristiani sono convinti che Gesù e la Madonna sono sempre vicini e donano consolazioni nelle prove, ispirano i modi per uscirne fuori.
I non credenti nelle prove si disperano e crollano, reagiscono con metodi sbagliati e non migliorano lo stato infelice.
A noi oggi Gesù chiede di amare anche coloro che non ci amano, è la reazione benevola dei figli del Padre che ama tutti e vuole salvare tutti. Razionalmente è illogico amare chi ci ha danneggiato, infatti nelle altre Religioni non c'è amore gratuito ma vendetta. Noi dobbiamo amare perchè siamo figli del Padre, noi sappiamo di esserlo e di adorare il vero Padre.
Oltre ad amare dobbiamo anche pregare per i nostri nemici, e lo stato di inimicizia ovviamente non è creato da noi, non possiamo avere nemici, sono gli altri che si identificano come nostri oppositori. La lotta contro noi compiuta da quanti non seguono Gesù è spesso spietata, non hanno limiti e trovano appagamento nella nostra sofferenza. Noi dobbiamo amarli lo stesso e sempre.
Questo non comporta una vicinanza fisica, nè alle volte è opportuno frequentarli per la malignità che portano nel cuore, di sicuro dobbiamo pregare per loro e metterli nel Cuore di Gesù. La migliore preghiera in questi casi è questa: "Gesù, pensaci Tu".
Altro insegnamento importante è di avere la disposizione a salutare anche quelli che agiscono come nemici. Il fatto stesso di volerli salutare è già un segno di perdono e dobbiamo farlo non appena se ne presenta l'occasione. Prendiamo noi l'iniziativa e lanciamo saluti benevoli accompagnati da un sorriso gioioso, chi non ci ama sarà sorpreso e disorientato, non potrà capire che ci spinge Gesù. Siamo cristiani e lo dimostriamo.
Il Vangelo ci invita ad essere perfetti come il Padre, è una similitudine che prevede i nostri limiti: ognuno di noi può migliorare. Buona preghiera a tutti.

B - Si cita molto la parola misericordia nella Bibbia, un termine che viene spiegato da molti come qualcosa di buono, senza però scoprire la ricchezza della parola. Misericordia è una virtù morale tenuta in grande considerazione dall'etica cristiana e si attua in opere di pietà e che è sinonimo di buon cuore.
È un sentimento buono generato dalla compassione per la miseria morale o spirituale altrui. In definitiva misericordia è un sentimento di compassione e pietà per l'infelicità e la sventura degli altri, un atteggiamento buono che porta a soccorrere, a perdonare, a non danneggiare gli altri.
Il significato della parola misericordia è da cercare nella cultura biblica, parola composta da “miseri-cor-dare” quindi dare, offrire il proprio cuore a chi è misero, si trova nel bisogno. La coroncina della Divina Misericordia, per esempio, ci fa ripetere a Gesù di avere un Cuore buono verso noi, di non abbandonarci e sostenerci nella vita tribolata.
Il Cuore di Gesù è misericordioso perchè è buono, compassionevole, amorevole, premuroso, sensibile.
Quando un cristiano compie un gesto benevolo, suscita e dimostra misericordia. Chi agisce secondo misericordia è indulgente. Quindi, chi usa misericordia è pietoso, è un vero seguace di Gesù.
Per riuscire ad usare misericordia con amore e prontezza, bisogna intraprendere un cammino sincero con la propria coscienza, non è facile nè automatico avere misericordia nel proprio cuore se prima non si libera da tante miserie umane.
Il cammino di Fede favorisce lo svuotamento della parte negativa che ognuno porta dentro, non si improvvisa l'agire misericordioso soprattutto nei confronti di chi non ci ama o ci ha causato tribolazioni. Anche dinanzi ai familiari e agli amici ha difficoltà ad emergere l'agire misericordioso se non si possiede interiormente una struttura consolidata.
Sono i Sacramenti, la preghiera umile, le virtù, la lotta ai peccati, a purificare il cuore e a permettere alla Madonna di trasformare i nostri cuori, fino a renderci buoni e sinceri. Questo è il ruolo della Madonna verso coloro che La pregano con fiducia e amore.
Diventare misericordiosi è il trionfo dell'umiltà sulla superbia, della bontà sulla meschinità umana. Possedere questa virtù morale è una grande vittoria, da essa si sviluppano tanti altri comportamenti onesti e buoni. I cristiani misericordiosi sono come cose preziose, spesso sono rare, ma emergono come meraviglie in mezzo a tanti spietati che vivono di lotta e di potere, cinici e vendicativi.
I cristiani misericordiosi sono fiori all'occhiello in una società senza amore e onestà.
Gesù ha inserito la misericordia tra le Beatitudini: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia".
È una Beatitudine bellissima perchè ciò che Gesù promette il cristiano impegnato già lo vive. C'è una differenza con le altre Beatitudini, questa della misericordia si vive già nel presente e si otterrà abbondantemente in futuro. Il misericordioso dopo questa vita non otterrà altro che una grande misericordia.
Sono beati, quindi benedetti da Gesù quanti agiscono adesso con misericordia, poi in Cielo troveranno abbondante compassione da Gesù, nel senso che il suo buon Cuore li innalzerà ad una gloria elevatissima. Chi è misericordioso in questa vita, troverà incalcolabile misericordia in Cielo, mentre chi adesso è cattivo troverà condanna e tormento in eterno.
Come vedete, agire con misericordia ci rende simili a Gesù, viviamo i suoi sentimenti e riceviamo già in questa vita tante Grazie.
C'è da spiegare ancora che il termine misericordia non indica un attributo di Dio, è Dio stesso la Misericordia. Il suo Cuore è solo Amore, pieno di compassione per tutti e sempre pronto a perdonare. Gli insegnamenti di Gesù fondati sull'amore scaturiscono da un Cuore che è solo Amore.
Ci sono molti esempi nel Vangelo in cui Gesù dialoga con un peccatore o con la peccatrice, è l'incontro tra la Misericordia e la miseria, ma è la Misericordia di Dio a cercare la miseria per risollevarla dalla melma ed elevarla spiritualmente verso le cose di lassù.
Non c'è gioia più grande quando incontriamo persone misericordiose, sempre pronte e presenti, affettuose e sincere. Circondarci di amici misericordiosi è una grande Grazia, accanto ad essi si può stare tranquilli di non ricevere tradimenti e parole ipocrite. Sforziamoci noi di acquisire questa virtù, un sentimento pieno di bontà che ci rende buoni e autentici.
Chiediamolo ogni giorno nella preghiera, impegniamoci ad eliminare quanto si oppone all'amore, alla bontà e alla verità. Buona preghiera a tutti.

 

Santa Veronica Giuliani

C - La solennità di San Giuseppe permette a molti credenti di ricordarsi di Lui, altri rimangono indifferenti e non hanno neanche la curiosità di leggere qualcosa. Pochi sono i veri devoti del Santo, quelli che Lo pregano durante l'anno e chiedono l'intercessione.
Consideriamo invece che i grandi Santi sono stati devoti dell'Uomo a cui Dio Padre affidò i suoi tesori: prima Maria e poi Gesù. Tra tutti i Santi emerge Santa Teresa d'Avila, spietatamente perseguitata e diffamata, ottenne vittoria contro i suoi nemici con l'aiuto di San Giuseppe.
La Santa diffuse la devozione a San Giuseppe ed affermava che tutto aveva ottenuto dalla sua intercessione, esortava quelli del suo tempo a non temere di pregare il Capo della Santa Famiglia. In alcune preghiere viene citata la devozione della Santa per infervorare le suppliche. Leggiamo invece dalla sua autobiografia alcune considerazioni di Santa Teresa:
«Non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e al molto da Lei sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare San Giuseppe che fu loro di tanto aiuto». In un altro passo della autobiografia:
«Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una Gra¬zia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i perico¬li di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l'intercessio¬ne di questo Santo benedetto.
Ad altri sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell'altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso San Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol darci a intendere che, a quel modo che era a Lui soggetto in terra, dove egli come Padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli è ora in Cielo nel fare tutto ciò che gli chiede.
Per la grande esperienza che ho dei favori di San Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devo¬ti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a Lui. E già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche Grazia e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene.
Chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per espe¬rienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorio¬so Patriarca ed essergli devoto».
San Giuseppe è modellato dal dito di Dio per svolgere una missione senza eguali, è abbondantemente arricchito di Grazie che Lo hanno elevato ad una santità inarrivabile per tutti i Santi, inferiore solo alla Madonna. Anzi, Lui diviene un pio religioso per la vita verginale che conduce ad imitazione della Vergine Maria.
Da più parti si cerca di sminuire la persona di San Giuseppe, lo hanno fatto per decenni con Gesù e la Madonna, non poteva mancare Lui. È falsa l'affermazione della sua anzianità quando sposa la Vergine Maria, l'accusa è proposta per minimizzare la virtù della sua castità. San Giuseppe è grande nell'osservare in modo sublime tutte le virtù, tanto da essere il più grande Santo della Chiesa. E di Essa Lui è il Patrono.
La potenza d'intercessione sui Cuore di Gesù e di Maria del nostro Santo, lo hanno sperimentato milioni di devoti, lo afferma anche satana negli esorcismi. Anche se lui è sempre il padre della menzogna, quando viene obbligato a rispondere nel Nome di Dio, non può dire menzogne: o tace o dice la verità. Su San Giuseppe in un esorcismo ha detto alcune cose, rispondendo alle domande:
«È importante la devozione a S. Giuseppe? Rispondi in Nome della Sacra Famiglia!
Sìì.
È vero che San Giuseppe è il Santo più grande dopo la Madonna? Rispondi in Nome della Santissima Trinità
"Sì", confermò il diavolo, annuendo anche col capo.
Concede molte Grazie San Giuseppe?
Sì.
Perché è chiamato il Santo della buona morte? Rispondi in Nome dello Spirito Santo!
"Aiuta a morire bene", rispose dopo ripetuti inviti in Nome di Dio e spruzzate di acqua di Lourdes.
Cioè tiene lontani voi diavoli nel momento della morte?!
Sìì».
San Giuseppe è sempre stato un potente intercessore, la persona di cui Gesù e Maria hanno avuto e continuano ad avere grande fiducia, egli Li ha aiutati in tutte le Loro necessità. Fu scelto per proteggere Madre e Figlio, per sottrarli alle persecuzioni di Erode e dei cattivi ebrei, per provvedere a tutto.
Si parte da questa considerazione se si vuole comprendere meglio la dignità di San Giuseppe. Dio Padre Lo rende grande con tantissimi doni, Lo modella secondo il compito che deve svolgere e si fida dell'umile falegname. Anche se San Giuseppe detiene sempre il libero arbitrio e può sempre scegliere altro, rimane fermamente fedele a Dio. Qui si rende onore a Lui per la sua assoluta fedeltà.
I disegni di San Giuseppe vengono sconvolti dal sogno che fa e dall'annuncio che riceve dall'Angelo, invece di turbarsi o rifiutarlo, crede fermamente a quelle parole e allontana immediatamente ogni sospetto dalla Vergine Sposa.
Non è semplice cambiare opinioni senza una fiducia piena in Dio, ed è questa grande fiducia a tranquillizzare San Giuseppe e a renderlo pienamente abbandonato alla volontà di Dio. Oltre la preghiera è indispensabile fidarsi di Dio, considerarlo Padre e ricorrere a Lui in ogni circostanza. La relazione con Dio non è la preghiera senza amore, si fonda sulla piena fiducia che porta all'abbandono.
San Giuseppe ha piena fiducia e crede ciecamente, nonostante la gravidanza della Madonna. Vede il pancione ma crede in Dio.
A quanti pregano e non ottengono alcuna Grazia manca questa fiducia in Gesù, non hanno il coraggio dell'abbandono e vivono nell'insicurezza. Non si diventa migliori in pochi giorni, è un cammino costante e impegnativo, quanti lo percorrono con Fede e coraggio, non si pentono mai perchè si arricchiscono sempre più di pace e di gioia. Di Grazie, protezioni ed aiuti.
Rivolgetevi ogni giorno a San Giuseppe, fatelo con amore e fiducia perchè vi ascolta.
Chiedete la salute dell'anima e del corpo,  l'aiuto nella vita spirituale, la pace nel       cuore, la salvezza dei figli, la salvezza dei genitori, l'armonia in famiglia,
il lavoro e quanto necessita per vivere dignitosamente. Buona preghiera a tutti.

 

Beata Anna Katharina Emmerick 

D - Il  commento del  Vangelo e citare alcuni aspetti semplici ma straordinari di Santa Teresina, i commenti al Vangelo stanno formando numerose migliaia di credenti ad una spiritualità forte e fedele a Dio, noi non ci discostiamo di una virgola dalla sana dottrina e siamo impegnati con tutte le forze nella diffusione dell'adorazione a Gesù Eucaristia e della devozione alla Madonna.
Sono Loro le due colonne che salveranno la Chiesa dalla grave crisi!
Questi commenti hanno prodotto a catena incalcolabile bene per quello che mi scrivono  centinaia di persone, in questi anni ho ricevuto migliaia di messaggi.
La mia grande contentezza arriva dalla certezza di molti di voi che considerano il Vangelo come pane quotidiano.
Se ci riferisce al mio commento al Vangelo, nulla però è più sublime, perfetto, indispensabile dell'insegnamento di Gesù.
Mi sono commosso nel leggere interminabili messaggi di interesse verso la Catechesi, sapevo già per la lettura di molti messaggi, ma questa volta c'è stata una vera valanga di ringraziamenti per le belle Catechesi che inseriamo nel nostro sito.
La gratitudine è stata manifestata ampiamente in passato in moltissime circostanze, fa onore a quelli che la manifestano perché comprendono che l'impegno profuso da me è totale, pur rimanendo impegnato giornalmente in incontri con i numerosi fedeli e nella preghiera personale.
Dinanzi a questo piccolo dramma, come ho scritto, ho visto una bonaria invasione di messaggi contenenti grande affetto nei miei confronti e questo è tutto merito di Gesù e di Maria. Mi sorprende però, io seguo semplicemente nella piena fedeltà il Vangelo di Gesù, osservo e insegno i Comandamenti, prego molto ogni giorno per tutti voi dell’Associazione e vi benedico numerose volte al giorno, per allontanare da voi tentazioni e oppressioni diaboliche.
Quanto compio io è il dovere di ogni Sacerdote, ed è tale se annienta la sua volontà e dipende pienamente da quella di Gesù.
Non c'è altra possibilità per restare in comunione con Lui e permettergli di agire in noi, se non c'è il vivo desiderio di vivere nella sua volontà, non solamente di compiere la sua volontà!
Oggi il Vangelo ci presenta tre risposte lapidarie del Signore a tre uomini che hanno diverse esigenze, ma trascurano la cosa più importante della vita. Non tutto è scontato con Gesù, quello che l'uomo, anche di oggi, presume come possibile e già lo realizza mentalmente, per Gesù invece può presentare una o molte diverse spiegazioni e contrarietà.
"Ti seguirò dovunque Tu vada". Gesù lo vede impreparato, l'uomo non è ancora pronto per lasciare tutto ed accettare le penitenze.
Un altro invece viene chiamato da Gesù e risponde: "Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Gesù risponde che i morti vanno seppelliti dai morti nello spirito, la chiamata ricevuta invece è vita e bisogna lasciare i morti per seguire Colui che è e dà la Vita.
Un altro dice: "Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia". Gesù non invita a rifiutare i parenti, pone l'accento sulla chiamata che prevale su tutto, i suoi parenti l'uomo li avrebbe rivisti dopo qualche giorno e allora non si può tergiversare dinanzi alla volontà di Dio. Ne vale tutto il futuro, la felicità in questa vita e la beatitudine in Paradiso. Oggi festeggiamo una Santa particolare, morta all'età di 24 anni e veramente ricca di amore verso Gesù. Eccelse nella semplicità, nella piccolezza evangelica, nell'osservanza della Parola di Dio. Nacque ad Alençon (Francia), il 2 gennaio 1873  e morì nel Carmelo di Lisieux, il 30 settembre 1897. La sua grandezza si trova nella semplicità intesa come genuinità, purezza, sobrietà e regolatezza. Inoltre, nella umiltà evangelica, la sua docile sottomissione a tutto, la modestia nei portamenti e l'essenzialità della vita.
Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la Grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». Sta proprio nella convinzione dell'amore che bisogna dare a Gesù, il passaggio determinante per iniziare un cammino spirituale straordinario. Senza questa comprensione, si prega distrattamente e spesso astrattamente, senza la partecipazione del cuore e la preghiera non si eleva verso l'alto.
Padre Pio ne fu grande devoto e fu visto a San Pietro nel 1925 durante la canonizzazione della Santa.
Ma lui era già stimmatizzato e non si muoveva mai dalla Puglia, c'erano migliaia di testimoni a vederlo sempre lì, quindi, era molto credibile la testimonianza di un Sacerdote, Don Orione, divenuto anche lui Santo. Padre Pio su permissione di Dio andò in bilocazione a San Pietro per assistere alla canonizzazione di una giovane monaca che aveva amato profondamente Gesù. Buona preghiera a tutti.

 

Marta Robin

E - La vita di Frate Francesco dopo la sua conversione è toccante, non lascia indifferente neanche un ateo per la radicalità che seppe vivere e con un coraggio poco conosciuto dagli uomini. Incontrato Gesù Crocifisso a San Damiano vicino Assisi, contemplando le piaghe e la dolcezza del Signore, sentì chiaramente la voce dell'Altissimo che Lo invitava a riparare la sua casa.
«Francesco va' e ripara la mia casa, che come vedi, è tutta in rovina».
Le stesse parole Gesù le ripete ad ogni suo seguace che si vuole prodigare per salvare la Chiesa dalla grande confusione in cui si trova. La Chiesa rimane sempre Santa perché la sua origine è Divina, niente potrà annientarla anche se il fango continua a scendere da molti lati.
« (…) edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa».
Per noi è una solennità questo giorno e per dare una conoscenza più autentica del Santo, inserisco il prologo della "Leggenda maggiore" scritta da uno dei primi Generali dell'Ordine francescano, San Bonaventura da Bagnoregio. Per leggenda si intende racconto tradizionale, quindi autenticato da persone che testimoniano fatti realmente accaduti.
Leggiamo come San Bonaventura spiega la figura del Poverello d'Assisi:
«La Grazia di Dio, nostro salvatore, in questi ultimi tempi è apparsa nel suo servo Francesco a tutti coloro che sono veramente umili e veramente amici della santa povertà.
Essi, infatti, mentre venerano in Lui la sovrabbondanza della misericordia di Dio, vengono istruiti dal suo esempio a rinnegare radicalmente l’empietà e i desideri mondani, a vivere in conformità con Cristo e a bramare, con sete e desiderio insaziabili, la beata speranza.
Su di Lui, veramente poverello e contrito di cuore, Dio posò il suo sguardo con grande accondiscendenza e bontà; non soltanto lo sollevò, mendico, dalla polvere della vita mondana, ma Lo rese campione, guida e araldo della perfezione evangelica e Lo scelse come luce per i credenti, affinché, divenuto testimone della luce, preparasse per il Signore la via della luce e della pace nel cuore dei fedeli.
Come la stella del mattino, che appare in mezzo alle nubi, con i raggi fulgentissimi della sua vita e della sua dottrina attrasse verso la luce coloro che giacevano nell’ombra della morte; come l’arcobaleno, che brilla tra le nubi luminose, portando in se stesso il segno del patto con il Signore, annunziò agli uomini il Vangelo della pace e della salvezza.
Angelo della vera pace, anch’egli, a imitazione del Precursore, fu predestinato da Dio a preparargli la strada nel deserto della altissima povertà e a predicare la penitenza con l’esempio e con la parola.
Prevenuto dapprima dai doni della Grazia celeste -come luminosamente appare dallo svolgimento della sua vita- si innalzò, poi, per i meriti di una virtù sempre vittoriosa; fu ricolmo anche di spirito profetico e, deputato all’ufficio degli Angeli, venne ricolmato dell’ardente amore dei Serafini, finché, divenuto simile alle gerarchie Angeliche, venne rapito in Cielo da un carro di fuoco.
Resta così razionalmente dimostrato che egli è stato inviato fra noi con lo spirito e la potenza di Elia.
E  perciò  si  afferma,  a  buon  diritto,  che  egli  viene  simboleggiato  nella  figura  dell’Angelo  che  sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo, come ci descrive l’altro amico dello sposo, l’apostolo ed evangelista Giovanni, nel suo vaticinio veritiero. Dice infatti Giovanni nell’Apocalisse, al momento dell’apertura del sesto sigillo: Vidi poi un altro Angelo salire dall’Oriente, il quale recava il sigillo del Dio vivente. Questo araldo di Dio, degno di essere amato da Cristo, imitato da noi e ammirato dal mondo, è il servo di Dio Francesco: lo costatiamo con sicurezza indubitabile, se osserviamo come egli raggiunse il vertice della santità più eccelsa, e, vivendo in mezzo agli uomini, imitò la purezza degli Angeli, fino a diventare esempio di perfezione per i seguaci di Cristo.
Ci spinge ad abbracciare, con fede e pietà, questa convinzione il fatto che egli ebbe dal cielo la missione di chiamare gli uomini a piangere, a lamentarsi, a radersi la testa e a cingere il sacco, e di imprimere, col segno della croce penitenziale e con un abito fatto in forma di croce, il Tau, sulla fronte di coloro che gemono e piangono.
Ma ci conferma, poi, in essa, con la sua verità incontestabile, la testimonianza di quel sigillo che Lo rese simile al Dio vivente, cioè a Cristo Crocifisso. Sigillo che fu impresso nel suo corpo non dall’opera della natura o dall’abilità di un artefice, ma piuttosto dalla potenza meravigliosa dello Spirito del Dio vivo.
Poiché mi sentivo indegno e incapace di narrare la vita di quest’uomo così degno di essere venerato e imitato in tutto, io non mi sarei assolutamente azzardato a simile impresa, se non mi avesse spinto il fervido affetto dei miei confratelli, nonché l’incitamento di tutti i partecipanti al Capitolo generale.
Ma quella che mi ha fatto decidere è stata la riconoscenza che io debbo al Padre Santo.
Infatti per la sua intercessione e per i suoi meriti, io, quando ero bambino, sono sfuggito alle fauci della morte. Questo ricordo in me è sempre vivo e fresco; sicché temerei di essere accusato di ingratitudine, se non celebrassi pubblicamente le sue lodi.
E questa appunto è stata, per quanto mi riguarda, la ragione più forte che mi ha spinto ad affrontare
quest’opera: io riconosco che Dio mi ha salvato la vita dell’anima e del corpo ad opera di San Francesco; io ho conosciuto la sua potenza, per averla sperimentata in me stesso.
Per questo ho voluto raccogliere insieme nella misura del possibile, seppure non nella loro completezza, le notizie riguardanti le sue virtù, le sue azioni e i suoi detti, che si trovavano in forma frammentaria, in parte non menzionate e in parte disperse. Perché, venendo a morire coloro che hanno vissuto col servo di Dio, esse non andassero perdute.
Per aver ben chiara davanti alla mente, nella maggior certezza possibile, la vita del Santo nella sua verità e trasmetterla, così, ai posteri, mi sono recato nei luoghi dove egli è nato, è vissuto ed è morto, ed ho fatto diligenti indagini sui fatti con i suoi compagni superstiti e, soprattutto, con alcuni di loro che furono i suoi primi seguaci e conobbero a fondo la sua santità e che, d’altra parte, sono testimoni assolutamente degni di fede, sia per la conoscenza dei fatti sia per la solidità della virtù.
Nel narrare poi, quanto Dio si è degnato di compiere per mezzo del suo Servo, ho ritenuto di non preoccuparmi della ricercatezza dello stile, giacché la devozione del lettore trae maggior profitto da un linguaggio semplice che da un linguaggio pomposo». Non c'è da compiere opere tortuose ma le cose ordinarie in modo straordinario e invocarli con fiducia, parlando ad Essi come si parla alle persone umane con cui si dialoga. Gli Angeli attendono le nostre invocazioni per intervenire nella nostra vita, le richieste di aiuto per dare maggiore capacità e lucidità agli uomini e facilitare il superamento delle prove.
Essi meritano ogni giorno i nostri ringraziamenti, anche se non Li vedete, sono sempre accanto a voi e non vi perdono mai di vista.
Già al mattino bisogna inserire alcune preghiere rivolte agli Angeli, poi nella giornata ci si rivolge con parole spontanee e amorose!
In moltissimi Santi troviamo l'esperienza mistica del colloquio con gli Angeli, Padre Pio invitava i figli spirituali a mandare i loro Angeli a Lui nelle necessità. Santa Gemma Galgani, Santa Francesca Romana, ecc. vedevano spesso e dialogavano amichevolmente con i loro Angeli e ricevevano grandi insegnamenti.
La falsa dottrina che viene fatta circolare all'interno della Chiesa da teologi trasandati, ha eliminato anche la figura degli Angeli Custodi e non li turba sapere che la Tradizione ne parla da duemila anni e, soprattutto, Gesù li cita numerose volte. Il Magistero autentico della Chiesa ha dato ampi insegnamenti sugli Angeli.
Negano l'evidenza della Luce per seguire le oscurità create nel torbido mondo iniquo.
Ogni giorno fate un piccolo sacrificio o penitenza e offritelo ai vostri Angeli, è un segno di amore e vi premiano con le ispirazioni. Buona preghiera a tutti.

 

 

Marta Robin